Quelli di prima

On 26/10/2012 by alecascio

Da piccolo volevo la vista infiammante, la chiesi a Gesù Bambino per Natale e lui me ne fece dono. Me ne accorsi un giorno che cercai di bruciare la Luna. La fissai per tutta la notte e al mattino era una palla di fuoco. Quando compresi la vastità del potere distruttivo che mi era stato dato, mi rivolsi al cielo pentito: non avrei più potuto guardare qualcuno negli occhi, le bambine era così che facevano sesso a quell’epoca, fissandoti.
“Perché non mi guardi?”, mi chiese Siria che s’era scocciata delle mie fughe: “Mi eviti come si evitano quelli di prima.”
“Tu lo sai che li odio, quelli di prima”, risposi.
A testa china le dissi che forse era meglio smettere per un po’, che i suoi occhi erano belli sì, ma erano anche troppo impegnativi per uno come me.
Il giorno dopo la Luna non c’era, per gioco l’avevo cancellata dal cielo: per gioco e non solo. Mi stavo innamorando e a innamorarsi si diventava scemi e bersaglio di quelli di prima che i grandi che si baciavano li chiamavano “finocchi”, poi gli tiravano a dosso i ceci con le cerbottane. Mi scappò di dire di sì un giorno che Siria mi chiese di tenerla per mano e guardare la Luna con lei e da quel giorno io per tutti ero finocchio, ma non si erano ancora permessi di tirarmi i ceci in testa, perché altrimenti io …
Ai finocchi piacevano le donne, ma si comportavano lo stesso come i froci: arrossivano e disegnavano cuori grandi così.
Me lo spiegarono loro, quelli di prima. Ne fissai uno, ma poi mi dissi: “Che fai, idiota, che fai? Hai creato già abbastanza problemi”.
Pensai che chi ha il potere d’ incendiare ha anche quello di arrestare le fiamme, così provai a fissare la palla di fuoco che mi gratinava i capelli sulla testa ma quasi mi accecai. Mi sbagliavo.
Era quella la condanna per chi non è responsabile delle proprie azioni.
Quando lo dissi a Siria lei pianse. Mi disse: “Non sai che senza la Luna non ci si può innamorare? Non li leggi per caso i fumetti dei Peanuts? I film non li guardi?”
Mi vergognai di me stesso, sarei rimasto per sempre un finocchio senza donne e senza uomini.
S’inginocchiò e chiese lei un potere a Gesù Bambino. Pregò ad alta voce: “Dammi il potere di spegnere le fiamme con lo sguardo anche se questo dovesse costarmi caro”.
Cercai di fermarla, ma nulla, non avrebbe vissuto un solo giorno senza amarmi. Alzò gli occhi al cielo e tre volte li tolse, poi come presa da un’estasi celeste rimase immobile qualche istante. Era tardi e la palla di colpo divenne arancione, poi rossa e s’abbassò lentamente. Con gli occhi Siria la spinse nel mare e la spense, la Luna.
Era piena di lacrime ma non piangeva, piuttosto aveva un ghigno soddisfatto.
“Non riesco a vedere, ma non sento più alcun calore” disse: “S’è spenta?”
Si era fatta carico della mia condanna per amore, è questo che fa una donna se ti ama: io li guardavo i film, li leggevo i fumetti dei Peanuts.
Quando la Luna, ancora coperta di cenere e offuscata dal fumo, iniziò a farsi più chiara, le dissi che sarei stato io la sua luce, per farmi perdonare. Poi l’abbracciai.
“Finocchio” gridò qualcuno da dietro i cespugli e mi sentii colpire la nuca con un mucchio di ceci grossi e duri.
“Finocchio” urlavano quelli di prima, ma a me andava bene così.

A.Cascio

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