Fucking crazy post: il post che cambierà la vostra vita

On 11/01/2013 by alecascio

Vorrei pubblicamente ringraziare “Prodotti Bancoposta”, la compagnia “C.A.T. Enlarge your penis”, la compagnia italocinese “Vestiti Firmati a prezzi stracciati”, la redazione di “Compra Viagra Accettiamo Carta di credito”, la “Wind”, “Medicinaitalia”, “Donne nude on line”, le compagnie “Compra casa a Miami”, “Incontri di sesso”, “Guanti svendita promozionale”, Amadou Abdul Aziz di “Soldi facili”, “Poker on line Malta” e “Cartasì” per gli auguri di buon anno. Ringrazio e ricambio con affetto.
Alessandro Cascio – Spammy new year

Inizio con questa:

- Gesù Cristo è morto per noi.
- Vedi che sacrificio per uno che può risorgere quando gli pare.
A.Cascio – Cristo ha un chiodo fisso

Cristo Dio, che tosse insopportabile, non riesco a cantare come si deve, a fumare Marlboro con naturalezza. Ho preso una pillola ieri, c’era scritto di prenderla lontano dai pasti, ma dopo averla ingoiata si è avvicinato un amico con un tramezzino in mano e io gli ho gridato “santo iddio, fratello, non venirmi vicino che ho preso una pillola per la tosse proprio adesso”. Così lui ha frenato ma poi ha indicato col dito e mi ha detto di lasciare passare un gruppo di signore attempate che s’erano bloccate alle mie spalle. Stavo proprio vicino a un Sushi Bar e non me n’ero neanche accorto. Sarà per questo che ho ancora questo maledetto catarro a ostruirmi le vie respiratorie non permettendomi di gustare l’aroma del mio tabacco preferito che mi resta in gola e mi annebbia le corde vocali. Prenderei qualche altra pillola se potessi, ma questo dannato mondo globalizzato è pieno di buchi mordi e fuggi: snack bar, pizzerie a portar via, pollivendoli, caramellai ambulanti, locali da brunch e pub d’aperitivo. Se forse il mondo smettesse d’ingozzarsi così tanto, io potrei finalmente gustarmi la mia delicata sigaretta e prendere quella maledetta pillola lontano dai pasti, ma tutt’attorno c’è un vivaio d’ingordi parassiti dell’alimento a tutti i costi, non troverò mai un angolo libero, un posto abbastanza lontano per liberarmi finalmente i polmoni.
Ne accendo una e poi vado a farmi un giro.
A.Cascio – Catarro

Quand’ero piccolo e non mangiavo, mia madre mi diceva sempre di pensare alla gente in Africa che soffriva la fame. E’ capitato anche a voi, lo so. E’ incredibile quanto le mamme di tutto il mondo si somiglino, incredibile. Sono stato in Africa ultimamente per scrivere un articolo sulla Mosca Tze Tze, il Bruco Can-Can e la Formica Cha Cha Cha e sono stato ospitato da una famiglia Zimbabwense. Abbiamo mangiato cervo e quando il figlio piccolo ha chiesto la seconda porzione, la mamma lo ha ammonito dicendogli: “Vergognati, pensa alla gente in Europa che soffre perchè ha messo una taglia dopo le feste di Natale e non può più indossare i suoi jeans preferiti!”.
A.Cascio – Dancing insects

L’amore, piccola mia, ci rende fragili, ci priva di ogni riparo, ci rende bisognosi, dipendenti, disattenti, assenti, eppure, mai stanchi, ci ostiniamo ad amare e ad abbattere ogni nostra difesa, forse perchè amando prendiamo coscienza che serve a poco inalzare muraglie se non hai prima costruito una città da proteggere.
A.Cascio

<<Vivrà in pace nel regno chi lascerà scorrere in silenzio le circostanze avverse, ma solo chi sarà capace di non sottomettere e narcotizzare i propri pensieri ne sarà sovrano. I primi verranno amati e dimenticati, i secondi saranno odiati ma invidiati per l’eternità>>.
A.Cascio

Le belle donne non andrebbero seppellite, andrebbero messe sotto formalina ed esposte per l’eternità in un apposito museo dell’umana avvenenza.
A.Cascio

“Mai dire mai, fratello!”
“Vedi da chi viene la predica, tu lo hai già detto due volte in una frase di quattro parole”
 A.Cascio – La predica

Arriva un momento della nostra vita in cui ognuno di noi scrive una frase che inizia per “arriva un momento della nostra vita”.
A.Cascio

Credere a una vita dopo la morte sarà anche gratificante e straordinario, ma non lo sarà mai quanto credere alla vita prima della morte.
A.Cascio – Tango

Mia nonna mi ha dato cinquecento euro per Natale e mi ha detto di pensare al futuro. Certo che cinque carte per coniugare a mente i verbi sono un sacco i soldi.
A.Cascio – Ditemi tutto sui baci 2013

A certi musicisti viene estremamente difficile accompagnarmi mentre suono il piano. Non sono certo Memphis Slim, ma il fatto è che il piano è imperante, è come se gli altri strumenti a un certo punto si guardassero negli occhi e dicessero: “Silenzio, ragazzi, sta parlando il capo”.
A.Cascio – Escobar

-E’ da anni che faccio sesso a pagamento.
-Puttaniere?
-No, sposato.
A.Cascio

Sei la mia unica ragione di vita, disse guadandola negli occhi. E si sparò.
A.Cascio

Io vivo in una casa senza calendari e orologi. Non so mai che giorno è, a che ora mi alzo, a che ora pranzo o mi vado a coricare, il tempo dentro queste mura sembra essere superfluo, la mia vita non è condizionata dalla luce del sole e le stelle, ma soltanto dai miei bisogni e dai miei desideri.
Ora vi lascio,
Buona Domenica a tutti.
A.Cascio

Non so voi, ma a me da piccolo, quando mio padre cominciava a smontare l’albero di Natale, veniva una fitta al petto così forte che ci volevano giorni per smaltirla. Smontare l’albero voleva dire la fine di tutto, voleva dire che non avremmo più giocato a carte con gli amici, che non avrei ricevuto giocattoli fino al giorno del mio compleanno, che insomma, la mia vita da lì a poco sarebbe diventata una vera schifezza. Così, ora che sono grande, c’ho casa mia e non c’è più mio padre a smontare le cose, mi sono inventato “L’albero del Nonatale”. Chi di voi si è laureato con il massimo dei voti, per logica avrà subito capito di cosa si tratta, per gli altri spiego: l’albero del Nonatale è un albero che si tiene per tutto l’anno e si smonta solo per Natale. Ci si può mettere qualunque cosa sopra, io ci ho messo la mia collezione di capelli da tutto il mondo, la coppola siciliana, quella portoghese, africana, il cappello dell’Hard Rock di Los Angeles, quelli comprati a New York, a Praga. Ho messo le mie cravatte, visto che non le uso, a simboleggiare che io vestirò sempre come cazzo pare a me, che stia parlando con un presidente o con un pezzente. Ho messo le collane regalatemi dalle mie bimbe capoverdiane che appaiono nel romanzo Noi sotto il sole di Santiago, il CD degli Smashing Pumpkins “Siamese dream”, un paio di mutande cimelio di guerre erotiche anni ’90, la bottiglia di Martini consumata in Abruzzo il giorno del mio 25esimo compleanno con una mia ex ragazza, le conchiglie raccolte sul litorale terrasinense, il mio acchiappasogni ispirazione per Tre Candele, il mio primo romanzo e un sacco di altre piccole cose. Poi, gli amici, la gente che verrà a casa mia appenderà qualcosa. Non smontate l’albero, modificatelo. Se non volete farlo per voi, fatelo per spingere giù il magone ai vostri bambini, perchè ricordate, i bambini sono la cosa più importante dopo la fica.
Ricordatelo.
Alessandro Cascio

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