Rainer il ladro, Il mio romanzo sbarca a Mosca, Come ho ucciso Napolitano per cinque minuti e foto, racconti, aforismi e battute

On 29/04/2013 by alecascio

C’è solo un modo per andare d’accordo con la propria donna: scoparsela.
Si lamenta perchè non le date attenzioni? Scopatela.
Si lamenta perchè dormite troppo? Scopatela.
Si lamenta perchè non portate un soldo in cassa? Scopatela.
Si lamenta perchè ve la scopate troppo? Beh, voi scopatela ancora.
AC – Tango

La guardia afferrò la pistola e col calcio diede a Rainer un colpo secco sul collo.
“E da quando rubare è un reato?” chiese Rainer.
“Dai tempi di Adamo e del frutto proibito” rispose la guardia che lo ammanettò e lo trascinò proprio a un paio di passi dal cespuglio dentro al quale m’ero nascosto.
“Aveva imparato dal maestro” disse il furfante con una voce sofferente, come se gli si stessero staccando i polsi: “Dio rubò o no una costola ad Adamo mentre dormiva?”
“E tu da chi hai imparato?”
“Come Adamo, da chi sta in alto, dal governo!”
Rainer sapeva fare bene il suo mestiere, ci avrebbe messo poco a sottrarre chiavi e arma al giovane sbirro, ma come tutti quelli della sua razza, amava più la corruzione che la libertà e la sua, giacchè non aveva abbastanza denaro, era una corruzione verbale di tutto rispetto.
“Come dico sempre, amico: ruba un pezzo di legno e ti chiamano ladro, ruba un regno e ti chiamano duca”.
“Non è una tua frase, è di Chuang Tzu”.
“Sono un ladro, non possiedo nulla di mio, nè nella tasche nè in testa”.
Lo sbirro lo tirò con forza verso il cocchio, poi si fermò, lo puntò con lo sguardo e sparò parole giovani e semplici, prive di pensieri profondi, gli disse che i parassiti come lui avrebbero dovuto marcire in cella per l’eternità.
E senza accorgersene gli diede quel che voleva.
“Vedi amico” rispose Rainer, “tu sei un poliziotto e io sono un ladro. Io non sono ladro perchè tu sei poliziotto, ma tu sei un poliziotto perchè io sono un ladro. Sei alle mie dipendenze quindi, nel senso che da me e da quelli come me dipende la tua fama, il tuo stipendio, la tua carriera e l’intera tua vita. Hai una bella faccia, scommetto che sei fidanzato con una brava ragazza a cui presto chiederai la mano. Vorrai un figlio da lei, vorrai mandarlo a scuola e perchè no, vorrai farlo laureare anche. Sei in gamba e credo proprio che ci riuscirai. Sai perchè? Perchè noi parassiti te lo permettiamo. Non sono i tuoi capi che ti permettono di guadagnarti il pane, loro al massimo ti allungano una pagnotta, ma siamo noi che procuriamo loro la farina, il lievito, l’acqua, la brace. Io e gli altri parassiti ti daremo un bel matrimonio in chiesa, un banchetto, un lettino per il pargoletto, siamo necessari, siamo come le scarpe rotte per il calzolaio e i batteri influenzali per il medico. Se ogni ladro smettesse di rubare, ogni poliziotto dovrebbe andare a lavorare, i fortunati che possiedono un amico o una campagna forse potrebbero tirare a campare, ma gli altri pur di mangiare potrebbero allungare una mano ogni tanto proprio come fanno i parassiti. C’è tanto così tra bene e male, come tanto così c’è tra letame e fiori. Grazie a me tu puoi sbocciare e io continuerò a puzzare di cantine, grotte e altri nascondigli, quindi abbi più rispetto e allentami queste maledette manette”.
Fu un meraviglioso spettacolo di recitazione improvvisata che per le strade di Parigi non si vedevano dai tempi di Maman Louise. Lo sbirro lo stette ad ascoltare con la stessa intensità dei passanti di Montmartre, prese la chiave dalla tasca sinistra, la infilò nella fessura dei ferri e gli disse: “Hai proprio ragione, sono stato uno stupido”.
Rainer rise e scosse la testa, aveva capito che il giovane poliziotto stava fingendo, ma capì meglio quando con un calcio, quello gli ruppe quasi il ginocchio sinistro.
“Credi che sia un novellino solo perchè sono giovane? Ho arrestato più assassini e malfattori di quanto le mie rughe ne danno a vedere”.
In pochi istanti lo sfortunato poliziotto si ritrovò in terra con la scarpa di Rainer sul viso, privato della pistola e delle chiavi.
“Vuol dire che darò lavoro a qualche altro pover’uomo: investigatori, polizia scientifica, medici, becchini, spararti in testa sarà come aprire un’azienda”.
Il ragazzo non fece in tempo a parlare che si trovò da giustiziere a giustiziato.
“E tu, lì nascosto?” si rivolse a me con un tono guerrigliero: “Tu a chi vorresti dare lavoro oggi?”
“Alla Repubblica di Francia, Rainer” risposi, dopo essermi alzato e aver tirato fuori il mio violino.
“Ha già abbastanza denaro”.
“Come ne avevano i nazisti al tempo in cui lavoravi per loro”.
“Sei qui per fare giustizia, quindi!? Come dico sempre, suonatore, ci sono due tipi di uomini al mondo, giusti che si credono peccatori e peccatori che si credono giusti.”
Non cercò di difendersi, sapevo che di lì a poco avrebbe cercato di corrompere anche me e io non lo finii perchè volevo godermi lo spettacolo.
“Non lo diceva Pascal?”
“Cosa vuoi che ti dica, amico, sono un ladro”.
E mi stupì con un colpo di scena sparandosi alla tempia.
Mi aveva rubato i soldi della taglia: non avrei mai potuto riscuotere per un suicidio.

A. Cascio – Tango Episodio 5 www.ibs.it

Ieri io e mio fratello ce ne stavamo al mare a far rimbalzare i sassi. Di solito quando un sampietrino si solleva più di quattro volte dalla superficie, lui intona le parole di Dylan. “How does it feel, to be without a home, like a complete unknown, like a rolling stone!” grida e poi mi dà il cinque. Invece s’è limitato a guardare il cielo e lui quando guarda il nulla sta creando qualcosa e non sempre è un’idea geniale: viene un sacco di roba pericolosa, dal cielo.
“Senti mai il bisogno di essere unico?”
Di nuovo la solita storia, è da tempo ormai che vuole dirvi la verità. Siamo gemelli, tra i due sono io quello che è uscito fuori per primo, sono andato in avanscoperta perchè sono il più coraggioso e quando ho visto la faccia del generale gli ho detto di tornare dentro, ma lui, tra i due, è il più curioso. Siamo figli di una ballerina russa e di un ex generale dell’esercito, ci vestono uguali da quando c’hanno messo dei panni addosso imponendoci la vergogna per la nudità.
“Le persone uniche sono spesso sole!” gli rispondo.
In realtà da sempre io e lui scriviamo sotto lo stesso nome, disegnamo, suoniamo, vi rompiamo le palle e ce ne andiamo in giro per l’Italia a presentare romanzi come se fossimo la stessa persona. Era un gioco divertente, lo è sempre stato. Ogni tanto, per vie delle sottili differenze tra una foto e l’altra, per la velocità con la quale scriviamo romanzi, per l’inspiegabile presenza in un posto e in un altro a distanza di poche ore, per i repentini cambi di stile narrativo, look, la gente è stata sul punto di scoprirci, ma ce la siamo sempre cavata. Lui si chiama Alessandro, io, Shovinskij e sono quello meno cervellotico dei due. Fosse stato per me non l’avreste mai saputa la verità, io avrei continuato a vantarmi di mio fratello e lo avrei lasciato parlare con la mia donna ogni volta che evito il dialogo dopo una lite per non prenderla a ceffoni, ma è questo che vuole, voleva che scrivessi un pezzo che raccontasse tutta la maledetta verità sui gemelli Cascio e l’ho fatto.
Non so cosa ci sia di buono nella schiettezza, la maggior parte della roba che ci fa sognare non è altro che fiction in fondo.

L’amore di Dio?
No, non fa per me.
Io non ci credo ai rapporti a distanza.
A.Cascio – Se è in colonna è poesia

 

 

Arrivato a Mosca per presentare la traduzione in russo di Tango, il mio ultimo romanzo, al terminal 4 del Vnukovo mi accoglie un ragazzo con il basco che avrebbe un sorriso smagliante se lo si mettesse a testa in giù.
“Cos’è, amico, i comunisti ti hanno mangiato la lingua da bambino?”
Lui risponde impassibile con l’accento da conte Dracula e una pausa tra una parola e l’altra degna delle complesse metriche di Beethoven.
“Nostra madre patria onorata di accogliere scrittori italiani” mi dice e mi mostra quella porzione d’aeroporto che rientra nella mia visuale circunavigandola con un ampio gesto del braccio. Ho visto migliaia di mosche su uno stronzo, ma lui è il primo stronzo che vedo su una Mosca, fredda, caotica, malvestita che mi si presenta con gli occhi un ambasciatore pallido, servile e discreto con quel saluto ordinario che fa pensare che il tempo lì non sia mai passato oppure s’è passato, ha preso una stanza in un vecchio Motel ed è stato trovato morto l’indomani dall’addetto alle pulizie. Qui i Motel non hanno il frigo, se vuoi congelare qualcosa basta metterla sul balconcino di 15 centimetri quadri che fa scena perchè nessuno, con quelle temperature, si azzarderebbe a fumarsi una sigaretta all’aria del mattino dopo il caffè. Morirò dal freddo nella mia camera, diventerò passato.
La sera vado a cena fuori con i relatori che mi dicono di non parlare del ruolo della Russia nella prima parte della guerra: “Saremmo lieti, compagno e amico italiano, che lei sottilineasse le ultime inimicizie con Hitler piuttosto che gli accordi tra Stalin e i tedeschi, alla gente piacerà di più e lei più piace più guadagna” e poi ride e mi tira addosso una escort come fosse merce alla sua mercè, le chiedo scusa per tanta insolenza e lei risponde: “Merci”.
Le bacio la mano.
E’ francese o finge: ma perchè si dovrebbe fingere di essere francesi?
“Sa” do del lei alla puttana facendola sentire contessa per un attimo, “Tango è francese”.
“Non è argentino?”
“Non il mio, il personaggio del mio romanzo si chiama in quel modo ed è francese, come lei”.
Assicuro l’editore che non parlerò d’altro che del mio libro, che non m’interesso di politica, che io non sapevo neanche che la Russia esistesse al tempo della guerra, che scrivo raccontando qualcosa per poter raccontare d’altro.
“Dovrebbe scrivere d’altro allora”.
“Forse”, gli rispondo, “quando avrò qualcosa da raccontare”.
E poi la sera parlo in italiano alla gente in un locale che dà le spalle alle sponde del fiume Moscova, mi agito e imito i bambini che fuggono via dalla chiesa per andare a vedere le sottane delle danzatrici gitane, imito una gola sgozzata, imito le mitragliatrici delle SS e sono sudato mentre il mio traduttore rimane impassibile e dice: “Дети, бегущие от церкви”. Lo guardo e gli dico di muoversi un poco, Cristo Dio, di avere più trasporto.
“Non sono pagato per il trasporto, prenda un Taxi”.
“Lei deve avere trasporto, parlo di lei”.
“Io ho la macchina, signore”.
E l’applauso della gente, falso come un Dodici di fiori e un Jack di sfere, me lo sento in testa la sera quando la escort mi viene incontro e mi chiede di farle un autografo.
“Signore, prego si fermi per favore” dice con gli occhioni grandi di un personaggio Disney e l’accento di un plotone di esecuzione
Mi ero sbagliato. E’ russa o finge: ma perchè si dovrebbe fingere di essere russi?
“Io non sono famoso, mi spiace, non sono nessuno ragazza mia”.
“Sì che lo è”, risponde, “lei è il primo uomo che mi ha baciato la mano”.
A. Cascio – Tango, Presentazione in Russia Aprile 2013

 

 

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Dio, mi dice Padre Huck, mi segue ovunque. Se è così, sappiate che frequenta bordelli, bettole piene di battone rumene e buon whisky e volgari cinema porno.
A.Cascio

 

 

 

Lo so, lo so, lo so … lo so! Potrei finire in galera per questo, ma io conto sul senso dell’umorismo dei servizi segreti italiani. E poi, diciamolo, per certe cose ne vale sempre la pena.
Ecco come, sfruttando un bug di wikipedia che consente ai wikipedianti navigati di apportare cambiamenti e grazie alla disattenta censura del sito (che forse è stata per qualche secondo d’accordo con me) ho esaudito il desiderio di molti italiani in questo momento, anche se per pochi minuti.
A. Cascio – E’ morto Giorgio Napolitano

 

 

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Oggi ero al mare, da solo, ci vado spesso perchè il mare mi ha insegnato che andare a fondo comporta dei rischi, ma se li affronti puoi scoprire mondi meravigliosi. Un omosessuale si avvicina e mi dice: “Bel corpo, ti va di sbattermi sulla mia auto?”
“Perchè no” gli ho risposto.
Gli ho frantumato la faccia sul cofano della sua station wagon fino a fargli gridare basta.
A.Cascio – Da: Dillon e Jack

 

 

 

Londra, Trafalgar Square, Gay Pride – Omosessuali? Basta con l’omofobia, tutti dovrebbero avere il diritto di mettersi col culo e le tette al vento a mezzogiorno in piazze affollate.

 

 

Io omofobo?
Sono i gay ad essere troppo spesso froci.
E’ omofobo dire che rivendicare i propri diritti e la parità dei sessi in mutande e in pallettes in pieno giorno ballando YMCA mostrando il culo anche a nonne e bambini è da stupidi froci?
E’ omofobo dire che essere omosessuale non ti dà diritto di toccare il culo a chi ti pare e di parlare ininterrottamente di cazzo?
E’ omofobo dire che essere gay non vuol dire nè invidiare, nè scimmiottare le donne?
E’ omofobo dire che il buonismo del “difendiamo i gay a tutti i costi” è da boicottare?
E’ omofobo dire che cercare di omosessualizzare il mondo con la stupida storia del cane che s’incula un altro cane è la più grande idiozia che si possa dire a una persona intelligente?
E’ omofobo dire che non esiste omosessualità in natura, ma bisessualità in quanto tutti gli esseri di Dio si accoppiano con esseri dell’altro sesso per procreare, non possedendo un potente libero arbitrio come quello umano?
E’ omofobo dire che Rita Levi Montalcini ha condotto degli studi sull’omosessualità che non sono mai stati presi in considerazioni perchè definiva tale sessualità una malattia? E’ omofobo o è solo verità? Come verità è che più di un milione di persone sono diventate bisessuali o eterosessuali con delle cure in cliniche americane?
E’ omofobo dire la verità o mentire, omettere?
E’ omofobo dire che se quegli omosessuali che definisco froci non smetteranno di apparire come pagliacci assetati di sesso, gli omosessuali per bene non potranno mai essere accettati in questa società e ottenere i diritti di un normale cittadino?
E’ omofobo dire ai gay di non nominare froci come loro portavoce?
E’ omofobo dire che i gay non dovrebbero affittare vagine altrui ma dovrebbero adottare bambini in difficoltà perchè un bambino non è uno sfizio?
E’ omofobo dire che i gay non dovrebbero sposarsi in chiesa, nè dovrebbero dire messa, perchè non si può cambiare una religione a proprio piacimento o adattarla ai tempi? E’ omofobo dire che non dovrebbero neanche desiderarlo, perchè va contro i loro stessi principi.
E’ omofobo dire che se picchi un frocio non è sempre per i suoi gusti sessuali?
E’ omofobo dire che circolo, comunità, associazione, radio, televisione, locale gay vuol dire automaticamente autoghettizzazione?
Ve lo dico io cos’è omofobo. Omofobo è sottolineare il rispetto per l’omosessualità e votare NO ai referendum per le coppie gay di fatto, omofoba è quella altissima percentuale di popolo che non dice la sua in faccia alla gente.
Questo è tutto quello che ho sempre detto io sull’omosessualità, niente di diverso.
A.Cascio – Umanofobia

 

 

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Mi si avvicina un uomo in vestaglia di seta blu, è quello che cercavo, lo riconosco dal tremore che ha alla mano sinistra.
Mi dice: “E tu chi diavolo sei per entrare qui in questo modo?”
“Bisogna essere qualcuno per entrare in una appartamento da una porta d’ingresso?” chiedo e mi piego sulla custodia del mio violino.
“Potrei farti male per questo, ragazzo” urla con un tono austero come fosse mio padre ma io gli rispondo con quiete, prendo un vecchio franco Poincaré dalla tasca e lo avverto che: “Io invece posso uccidere un uomo con una moneta, non minaccerei uno come me, fossi in lei”.
“Non ci credo neanche se lo vedo” se la ride.
Stimo chi sa ridere della propria morte.
Gli lancio la moneta e gli dico stringerla. Lo fa. mi chiede cosa dovrebbe farci lui, con quel soldo per africani e io gli sparo un colpo di pistola in faccia.
Gliel’avevo detto io, che ero capace di uccidere un uomo con una moneta.
A.Cascio – Tango, Damien Ep 3

 

 

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Contro ogni morale comune, ho imparato che …
… una delle basi più solide di un rapporto è il sesso.
… il modo giusto per dimagrire in fretta è saltare i pasti.
… ti rispetteranno se sarai altruista e disponibile, ma ancora di più se sapranno che al bisogno sarai essere violento.
… le raccomandazioni e le amicizie servono ad arrivare primi e ti aiutano a vivere in modo più facile e sereno.
… i bambini sanno essere molto cattivi.
… la bellezza aiuta a fare carriera.
… nessuna democrazia è mai nata senza guerre.
… ciò che ci fa svegliare la mattina e ci spinge ad essere migliori non è Dio, nè il valore intrinseco della vita, ma la sessualità.
… l’ipocrisia più che la verità, rende popolari e beneamati.
A.C – Morale e verità

 

 

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Noi uomini siamo oggetti sessuali parlanti, questo mi disse mio padre prima di morire: noi uomini non dobbiamo fare altro. E io ho sempre creduto alle parole del generale. Poi la mia donna si mette tra me e la tv e mi dice: “Cosa credi di fare? Ho bisogno di carezze, di attenzioni, del cibo sul piatto, di sentirti ripetere il mio nome quando sto facendo qualcosa che non va, di essere guidata, di essere seguita, che mi porti fuori qualche volta”.
Osservo quel piccolo peluche con il muso a punta che mi lecca le ciabatte e le rispondo con la voce impastata dalle tre ore di precedente silenzio:
“Cristo Dio, Annette, hai più cose in comune tu col cane che io con il mio riflesso allo specchio!”
A.C. – Tango

 

 

 

“Quello che non è chiaro a lei è che io non le ho chiesto niente, che ero contenta di partecipare sulle prime ma ci sono proprio dei motivi pratici a impedirmi di partire, inoltre lei mi inquieta, e con tutti i complimenti per le sue grandi capacità discorsive e citazionistiche, lei è pazzo e le sue opinioni sono vomitevoli.”
Annick Emdin, autrice di Damien N.3 (Il Foglio)
Comprateli sti libri, c’è gente pazza che li scrive.Il messaggio di una scrittrice a me medesimo in seguito alla battuta “C’è un solo modo per andare d’accordo con la propria donna: scoparsela” e altri discorsi sul femminismo e le lesbiche, nel mio profilo.
Sono complimenti che danno soddisfazioni e che voglio condividere, forse il più bel complimento mai fattomi dopo quella solita frase dopo la consueta scopata del sabato sera: “Cristo Dio quant’è grosso, non ho mai visto una cosa simile!” riferendosi al mio ego.
A.Cascio

 

 

 

 

I bambini fanno senza pensare ciò che i grandi pensano di fare.
A.Cascio – Splatter Baby

 

 

Io non vi capisco a voi cristiani che siete contro la pena di morte.
E’ proprio grazie alla pena di morte che potete permettervi di essere cristiani.
A.Cascio – Croce a Gesù e domiciliari a Barabba

 

 

“Dì la verità, sei uscito con me per portarmi a letto?”
“Scherzi? Io amo portare fuori le mie amiche per stare seduto a un tavolo a parlare dei cazzi loro per un paio d’ore!”
AC – Domande improbabili all’alba del ventunesimo

 

 

Mio padre uscì dicendo che andava a comprare le sigarette, ma non è più tornato. Dopo dieci anni lo rincontrai, mi accarezzò e mi disse: “Scusa, ragazzo, se mi sono perso la tua infanzia, ma quel dannato distributore non ne voleva sapere di tornarmi il resto”.
ac – storie vere basate su fatti mai accaduti

 

 

Caro amico mio, usa le tue parole per dire ciò che pensi e smetti di considerare la letteratura un fine, la letteratura è un mezzo per tirarti fuori dai tuoi pensieri, per arrivare a chi desideri e solo a quelli. Dì quel che ti preme anche se ciò che dici è impopolare e smetti di leggere best sellers, di sbatterti tanto sul perchè certa gente è nota e altra lo è meno, basta un’azione per cambiare il corso degli eventi, non c’è fortuna e talento che tenga testa al caso. Dubita di chi arriva con facilità alla gente comune, non sono altro che uomini comuni anch’essi. E non fidarti mai, amico mio, di un artista famoso che è ancora in vita per vantarsene.
A. Cascio – Fantasiosi nullafacenti

 

 

Fin

 

 

Care pagine di diario,
l’unico motivo per lottare dev’essere vincere.
Stamattina dopo un’intensa discussione sulla mediocrità delle battaglie vegetariane durata una notte intera, mi sono alzato così incazzato che avrei tentato di sgozzare una tigre con uno stuzzicadenti se solo mi avesse tagliato la strada. Fortunatamente per me non ci sono trigri qui e io uso le unghia per togliermi gli spinaci dai canini.
Sostenevo che essere vegetariani è classista, in quanto tende a rispettare solo gli organismi viventi all’uomo più simpatici. Non è colpa del ficus se non riesce ad afferrare un frisbee al volo, se la Disney non ha mai incentrato un suo cartone su un ficus.
Sapete cosa ho capito? Che il quieto vivere vale più della verità.
Penso che la mia naturale avversione verso la superficialità, il mio tono di voce eccessivo mi porterà a vagare solitario per le vie di Torino e ad impazzire dopo aver visto frustare un cavallo come dovrebbe succedere a ogni grande filosofo.
E’ per questo che evito di andare a Torino.
Torno da un paese vicino dopo aver corso alla velocità 195 km all’ora con delle gomme che ne reggono al massimo la metà ed entro in un Tabacchi per comprare un pacco di Marlboro da fumare in una sola mattinata. Un bambino che ha fatto sega a scuola mi guarda, squadra il tattoo, la cresta scombinata, la faccia floscia e inespressiva, il naso tozzo e la pancia alla Verlaine e mi dice:
“Che brutto che è, signore”.
Lo guardo di sbieco e gli spiego, con voce decisa: “Io non sono brutto, il mio viso è solo un atto di protesta contro il consumismo estetico e l’era dell’immagine”.
E lui, con quella sua singolare erre moscia mi risponde: “Cosa?”
AC – Diary

 

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PUBBLICITA’

 

 

 

IO SONO UN TIPO PIUTTOSTO SCONTATO.
Dite: “Perchè dovrei comprare i tuoi romanzi quando in giro c’è gente come Banana Yoshimoto?”
Cristo Dio, ma davvero leggete uno scrittore che fa Banana di nome?
Comunque sia, la risposta è: non ne ho idea.
Dando un’occhiata agli sconti sui miei libri, oggi ho scoperto che il mio lavoro costa quanto un pacchetto di Big Bubble, la cosa non mi rende fiero, ma va bene lo stesso.
IBS
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Paparazzi in Villa Cascio

 

Nespole, sole e tutto il duro lavoro dello scrittore in poschi scatti hot

 

 

 

 

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