Laura del deserto, la rivoluzione e quel giorno che morii a New York (e molto atro)

On 11/05/2013 by alecascio

Avete mai raggiunto il sonno perfetto? Quel momento in cui stanchezza e riposo sono esattamente bilanciati, la temperatura a fior di pelle si sposa con quella delle lenzuola e il letto sembra una culla, il cuscino una mamma, il materasso una naturale prosecuzione del corpo?
Ecco, quello è il sonno di chi non ha rimpianti, il sonno di chi ha la coscienza pulita.
A. Cascio

 

“POPOLO ITALIANO, LA RIVOLUZIONE NON E’ UN ATTO PLATEALE, NON E’ UNA GUERRA, NON E’ POLITICA, NON E’ UN CORTEO, MA NASCE DA UN PICCOLO GESTO QUOTIDIANO, UTILE PER SE’ E PER GLI ALTRI, CHE SI RIPETE NEL TEMPO E SI DOFFONDE NELLO SPAZIO PASSANDO DI MENTE IN MENTE, DI SGUARDO IN SGUARDO CON LENTEZZA E COSTANZA. AGITE IN TAL MODO E SENZ’ARMI NE’ ECCESSIVE GLORIE, VEDRETE DI COLPO LA VOSTRA NAZIONE RINASCERE DA SESSANTA MILIONI DI PADRI E MADRI, SESSANTA MILIONI DI FIGLI, SESSANTA MILIONI DI SUDDITI, SESSANTA MILIONI DI RE.”

Alessandro Cascio

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Laura del deserto

Rainer mi ha detto che il nuovo mondo non fa per noi, noi siamo la Francia, siamo l’America d’Europa, noi abbiamo inventato il cinema e noi lo porteremo avanti. Ha grandi prospettive per me, dice che con questo viso femmineo sembro Valentino l’italiano, ma devo liberarmi dei miei fantasmi, devo rasserenarmi e comprendere di aver fatto la cosa giusta: le mie mani non sono sporche di sangue, ma a stringerle si sente dignità e giustizia perchè, dice lui, “la dignità e la giustizia hanno il pollice duro e i calli sul dito indice”.  Così me ne sto qui seduto sui miei glutei a cercare un nome d’arte che mi possa dare risalto nel mondo del cinema. Lei mi grida dalla cucina di usare un bifronte, che adesso lo fanno tutti gli artisti della Gaumont. Chiedo cosa sia un bifronte e “il tuo nome al contrario” risponde.
E’ da ore che cerco di scoprire quale sia il contrario di Antoine e sto impazzendo: per questo, per le lagne del piccolo mostro che ho accanto e per la forza con la quale Laura sbatte un piatto con l’altro dopo averli lavati.
I suoi lineamenti granitici, parco giochi per luci e ombre, il suo sguardo glaciale e il suo culo così pieno di musica che ti fa venir voglia di ballarci dentro un allegro Bourrée, mi sono entrati dentro gli occhi come un moscerino che sfreccia in strada contromano e m’è rimasto il ronzio dell’amore in testa fin da quel primo approccio nel deserto di Navarra.
“Scusa” mi chiese, “sai usarla?”
Nessuno sapeva usare una Voigtlaender meglio di me, così ho risposto di no perchè nonostante la sua bellezza un mio scatto era un servizio troppo grande per non essere ripagato con un po’ di denaro o …
Non le importò.
“Potresti fotografarmi mentre guardo l’orizzonte? Cerca anche di prendere i cigni”, disse.
Le avrei chiesto qualcosa in cambio, qualcosa di poco costoso e immensamente prezioso.
Mi tremò la mano al contatto con la macchina quando il suo alito si mischiò al profumo dell’aria e lo ingoiai fino quasi a stozzarmi per l’ingordigia con la quale lo mandai giù. Ne cercai altro, ma il vento caldo dell’est lo annientò come un tornado s’una capanna.
“Mettiti di spalle” le dissi e lei con aria sognante posò le mani sulla staccionata ignara che nessuno, nè tantomeno io, avrebbe mai superato con lo sguardo quei quattro legni inchiodati. Diceva Lao Tse che non c’è bisogno di andare lontano per scorgere la bellezza, che chi troppo lontano va, dimentica l’essenziale e non c’è nulla che svegli la carne, la gioia di vivere, l’energia dormiente che alberga come nelle rocce, nei nervi degli uomini pigri delle curve di una donna.
Oggi io e Laura viviamo in un appartamento a Parigi, io scrivo scenette per il cinematografo, lei fa il resto delle cose che si fanno quando non scrivi. Il marmocchio che ha appena messo al mondo non parla, non cammina, non sa nè leggere nè scrivere, sbava, è malato, una larva.
“Non è una larva, è un neonato” mi rimprovera Laura.
“Ti dico che è strano” grido “ti dico che è come quella cosa della Metamorfosi di Kafka.
Quand’è che le donne cambiano odore?
“Un giorno” dico alla larva, “quando ti si aprirà in due questo orrendo involucro e diventerai una farfalla, non commettere lo stesso errore di tua madre, non t’innamorare di quelli come me. Se sei nato per volare devi continuare a farlo che di fiori ce n’è dovunque, nessuno è da snobbare ma su nessuno vale la pena soggiornare”.
Lo smuovo un po’, ma si sbava e rigurgita, che pessima vita…
“Avrei dovuto ascoltare mio padre” ripeto ad alta voce e per un attimo Laura mi si presenta di nuovo bella com’era una volta o forse lo è ancora ma sono i miei occhi d’assassino o d’artista ad aver perso la capacità di vedere oltre l’anima, la magnificenza dell’evidente.
“Cosa ti diceva tuo padre?”
“Non so, ho detto che non lo ascoltavo”.
E torno a cercare ispirazione leggendo il mio nome al contrario: che dolce sensazione d’impotenza che ti dà il sangue alla testa.

A. Cascio – Tango Ep. 3

Mio padre, prima di morire divorato da uno squalo durante una battuta di pesca mi diceva sempre: “Figlio mio, non sarai mai un vero uomo se non sarai in grado di fare una frittata e staccarla intatta dalla padella. Ovviamente deve anche tirarti il cazzo, altrimenti saresti solo un impotente mangiafrittate, ma se ti tira è quello il segreto, solo quello”.
E oggi ho chiamato la mia ragazza colombiana, che adesso è a Bogotà per ritrovare se stessa e le ho chiesto di aiutarmi nel mio grande passo, che il Generale a brandelli laggiù dall’inferno, mi sta giudicando furioso.
Pian piano ci sono riuscito ed ora che sono un uomo la dedico a te Generale, c’è dentro amore, cipolla, tre uova e caciocavallo a tocchetti … e tu eri allergico alla cipolla come lo eri all’amore. Se solo potessi assaggiarla, se solo potessi Generale.
A. Cascio – La mia prima frittata

Ecco come aumentare le visite su Facebook

Status #1

Finalmente mi sento un vero scrittore, come ce n’erano una volta.
Ho comprato una macchina da scrivere al mercatino dell’usato.
Bene, ora devo solo capire come accenderla e … vavum!

Status #2

Io scrivo battute da quand’ero piccolo. Una delle prima parlava di mio fratello che era sempre scorbutico e musone e s’impastava le parole perchè non c’aveva voglia neanche di parlare. Dicevo a tutti: <<L’altra volta gli ho chiesto cosa volessa da mangiare e lui mi ha risposto “cotohhattà ‘nsaaaala, smurf … u’stess” e poi s’è poggiato la testa al cuscino e mi ha mandato a quel paese. Così gli ho detto “come?” e lui di nuovo “cotohhattà ‘nsaaaata, smurf … u’stess” e ancora poggia la testa e fa così con la mano. Mi sono impuntato e gli ho ripetuto: “Insomma, vuoi parlare più forte che non si capisce niente?” e lui, gridando, “Oh, ma sei diventato sordo? Ho detto ‘COTOHATTA’ ‘NSAAAATA, SMURF … U’STESS!!”.>>
Ah, a me fa ridere sempre ancora oggi.

Status #3

Girava questa storia di sto tizio che se n’era andato nel deserto e aveva trovato un buco, si c’era infilato dentro per ripararsi dal freddo della notte e di colpo s’era svegliato nel paleolitico con Dante col riporto e una corona di allori in testa a fargli da guida.
“Cristo Dio” gli dice il tizio a Dante: “Ma questi stanno indietro parecchio, non c’hanno nessun mezzo di comunicazione, PC, cellulari, niente di niente”.
“Non gli servono”, gli risponde Dante.
“E come fanno a dirsi ti amo?”
“E perchè dovrebbero dirselo, se lo dimostrano”.
“E a darsi un appuntamento con gli amici?”
“Perchè darsi appuntamenti, loro amano le sorprese. Ognuno di loro sa qual è la caverna dell’altro”.
“E se devono scambiarsi notizie?”
“Non c’è notizia che ti colpisca da vicino se non quella di cui sei testimone, non c’è cosa che possa interessarti che tu non possa vedere e non possa toccare”.
“E se devono arrivare alle folle?”
“Per loro non esistono folle, ma solo migliaia d’individui”.
Il tizio parla per un paio d’ore e poi ritorna nel buco e quando viene fuori il mattino dopo s’incammina verso la città e dice a tutti: “Oh, non potete credere cos’ho visto stanotte”.
“Prendi fiato” rispondono tutti, gli danno un po’ d’acqua e: “Così ti fai venire un infarto”.
“Avete ragione, ma sono testimone di qualcosa che … ”
“Di cosa, parlacene allora”.
Si sporge in avanti, abassa il tono della voce e spiega che è entrato in un buco per ripararsi e invece sapete cosa ha scoperto?
“Cosa, Tizio, cosa”.
“Non ci credereste mai, ma Dante c’ha il riporto”.
E lì, giù tutti a ridere e a prendere per il culo Dante.

A.Cascio – Tri status is mejo che uan

Mi mancava proprio, nel curriculum, d’essere molestato da un Prete Gay.

Palermo, Mental Coaching Sit In, 6 Maggio.

L’omosessuale: Eppure sono certo che a te piacerebbe
L’omo e basta, io: Non credo, ma grazie per la stima
L’omosessuale: Come fai a saperlo se non hai mai provato?
L’omo e basta, io: Credo di sapere cosa si prova
L’omosessuale: Cosa?
L’omo e basta, io: E’ un po’ come quando mangi molta carne e poche fibre e quando vai in bagno ti rimane lo stronzo attaccato al culo
Silenzio.

A.CascioDa: Oggi ho scoperto di avere un figlio, una ballerina russa con il quale ho fatto sesso un paio di volte mi ha portato George dicendomi che è mio figlio. Il piccolo bastardo figlio mio di lei e del Southern Comfort mi ha chiesto: “Papà, che lavoro fai?”
“Lo scrittore” gli ho risposto.
“Che cos’è?”
“Lo hai mai letto un libro appena comprato in libreria?”
“Sì”
“Ecco, io faccio esattamente il contrario”.

Giovedì 16 Maggio ore 16:00 mi trovate al Salone del libro di Torino, la fiera del libro più grande d’Europa con i miei racconti in ben 13 numeri di UT Magazine, presentazione di Massimo Consorti e Del Zompo.
Sarò presente nei numeri sulla rabbia, solitudine, follia, ira, menzogna, odio, amore, gelosia, ipocrisia, violenza, curiosità, distacco, crudeltà.

Colazione.
Sigaretta.
Succo e tramezzino con amici.
Sigaretta.
Pranzo.
Sigaretta.
Spuntino.
Sigaretta.
Cesso.
Sigaretta.
Cena.
Sigaretta.
Scopata.
Sigaretta.
Come smettere di fumare?
Basta smettere di mangiare, scopare, bere e cacare.

A.Cascio – Fumare fa bene al cancro

- C’è qualcosa che vuoi dirmi?
- No, amore, sto bene.
- Non ti piace come cucino?
- No, tutto buonissimo.
- Non faccio abbastanza sesso?
- No, sono apposto.
- Sono troppo grassa?
- Sei perfetta.
- Vuoi che mi faccia bionda?
- Ma no.
– C’è qualcosa che non va tra noi?
- Ora basta, hai rotto il cazzo.
- Ecco, lo sapevo, vedi che c’era qualcosa?

A.Cascio – Vita di coppia

I miei romanzi partecipano alla campagna Libera un libro.
Grazie a Maria per la foto.

Vado a fare le analisi in questo posto, qui a New York, perchè da qualche giorno sento il fiato corto, ho le vertigini e ho dolori dalla testa fino al pavimento, mi fa male il pavimento: insomma o è il pavimento o è la pianta dei piedi, ma mi fa male.
Arriva questo medico con le mie analisi nelle mai e con la faccia seria.
Mi dice: “Allora, signor Cascio, abbiamo trovato qualcosa mentre facevamo i dovuti controlli. Lei fuma, non è così?”
Ecco, sono morto prima di morire, lo sapevo che sarebbe finita così, non dovevo masticare tutto il giorno quelle maledette chewingum con l’aspartame per restare in forma, cos’è l’aspartame, non esistono i fiori di Asparto da cui si raccoglie l’aspartame, non esiste una sostanza chiamata aspartite, sarà il nome di quel dannato chimico che lo ha inventato, James Aspart, tu sia maledetto, ora inizierà il calvario, la chemio, poi tutto mi passerà, gioirò, amerò la vita e poi, zam, ci sarà la ricaduta e me ne andrò imbottito di psicofarmaci e marijuana.
“Sì, sì cazzo che fumo”
Il medico mi guarda storto e tira fuori qualcosa dalla tasca:
“Bene, allora queste sigarette sono sue, le sono cadute mentre facevamo il prelievo”.
E mi dice che sono in piena forma, ma ora so cosa vuol dire morire.

A.Cascio – Quel giorni che morii a New York

Non lo faccio mai, credetemi, non sono così critico, forse perchè guardo solo cinema americano e quelli, se fanno una cacata, la fanno con la convinzione di fare una cacata, per gente a cui piacciono le cacate, ci sono i diplomi di regia e sceneggiatura in cacate lì, uno che fa cacate è professionista in cacate e nessuno se ne va in giro facendo l’artista e chiamando le sue cacate cioccolata, lì “Cacata” lo indicano pure col bollino marrone nel DVD e ci sono orde di ragazzi che gridano in strada “hey, perchè non ci guardiamo una cacata a casa di Billy stasera?”.
E poi ci siamo noi, che con la scusa che c’abbiamo il budget basso ce ne andiamo in giro a fare arte povera con i rimasugli di vecchie auto e la mostriamo nei più grandi musei, tipo sto film, “La bottega dei suicidi” di Leconte, il grande genio, quello che l’hanno presentato a Cannes, quello dello scandalo perchè il suo cartone l’hanno vietato ai minori, quello del Et voilà le capolavor.
Non lo faccio mai, credetemi, ma mi sono incazzato vedendolo, l’ho scaricato e per risparmiare spazio in un hard disk di tremila gigabyte l’ho cancellato, m’incazzo perchè anche il più demente degli sceneggiatori direbbe a Leconte che questo film è “sbagliato”, nel senso più stretto del termine, sembra che qualcuno sia andato dietro al regista dicendogli “Leconte, Leconte, sbrigati che perdi il treno, Leconte, fallo finire sto maledetto film che ci tagliano i fondi, Leconte, Dio santo, Leconte, ancora qui stai, dobbiamo chiudere gli studios” e Leconte e i suoi eccentrici autori francobelgacanadesi lì a far passare personaggi da un’emozione all’altra senza una cosa che noi scrittori e voi lettori, ma anche i ciechi e i sordi chiamano “motivazione”, si arriva al finale senza “colpi di scena”, “suspense” e gente che da cent’anni vende veleni e oggetti per aiutare la gente a suicidarsi cambia da un momento all’altro idea per una bolla di sapone o un velo. E poi c’è quel tizio che dopo aver ballato per venti secondi con la coprotagonista sul finale chiede la mano di lei alla madre e poi tutti assieme, buoni e cattivi, fanno un picnic sul pavimento e senza nessuna luce davvero forte da redimere un mondo intero, tutto torna a luccicare … e il resto? Leconte, è tardi, è tardi, mettici due canzonette e lascia che la gente la prenda per arte, siamo francesi mon Dieu, fa lo stesso.
Ma dove sono i critici quando c’è bisogno di loro? Ditemi dove sta Leconte e chi ha dato i fondi a sto deficiente per finire a Cannes. Lo avrei scritto meglio io sotto psicofarmaci e alcol.
Belli i disegni.

Una recensione di A. Cascio dove A. sta per Alessandro

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IO SONO UN TIPO PIUTTOSTO SCONTATO.
Dite: “Perchè dovrei comprare i tuoi romanzi quando in giro c’è gente come Banana Yoshimoto?”
Cristo Dio, ma davvero leggete uno scrittore che fa Banana di nome?
Comunque sia, la risposta è: non ne ho idea.
Dando un’occhiata agli sconti sui miei libri, oggi ho scoperto che il mio lavoro costa quanto un pacchetto di Big Bubble, la cosa non mi rende fiero, ma va bene lo stesso.
IBS
La migliore offerta è per “Noi sotto il sole di Santiago” in cartaceo, è scontato del 30%. E’ possibile comprare Tango in ebook a 1.90 e in cartaceo a 4 euro. Il resto è tutto scontato al 15%
http://www.ibs.it/libri/cascio+alessandro/libri+di+alessandro+cascio.htmlMONDADORI
Il sito di vendita della Mondadori vende “Touch and splat” scontato del 35% in cartaceo, è la migliore offerta per questo romanzo. Il resto al 10% e al 15%. Vende anche Tango scontato del 10% (migliore offerta per Tango finora). Disponibile anche in eBook.
http://www.inmondadori.it/search/?tpr=10&g=alessandro+cascio&swe=N&search-input=activeAMAZON
A loro frega poco degli sconti, ma vendono Splatter Baby a dieci euro e Tango a 1.90.
http://www.amazon.com/s/ref=ntt_athr_dp_sr_1?_encoding=UTF8&field-author=Alessandro+Cascio&search-alias=books&sort=relevancerankLULU
Infine, su Lulu potete comprare i miei ebook ma solo in pdf, tutti, anche quelli non in commercio, tutta la mia bibliografia è lì a portata di mano.
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Potete acquistare i miei romanzi in libreria, su www.ebay.it, su www.ibs.it, www.lafeltrinelli.it, www.inmondadori.it o su www.libreriauniversitaria.it

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Touch and splat, il fumetto, edizioni ESC/Il Foglio con la prefazione del maestro del cinema Ernesto Gastaldi (sceneggiatore di C’era una volta in America e Pizza Connection) ora anche su:

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