L’intelligenza … e il Big Bang della stupidità.

On 25/08/2012 by alecascio


Prento spunto da un commento a questa mia stupidissima battuta:
“Sono cresciuto in Sicilia, in un piccolo paese di mare. Ne so di cose che gli altri non sanno. Volete sapere se mangiare pesce fa diventare intelligenti? Provate a discutere
di Pascoli e il decadentismo coi vecchi pescatori alla mattina …
Da: La leggenda del fosforo”
per dibattere, forse da solo o forse in cento, circa il valore che ha la cultura per l’intelligenza.
Il commento è questo: ” [...] sorvolando sulla differenza tra intelligenza e cultura, a prescindere dall’idea che mi farei sulla vita, pensieri ed esperienze dei lupi di mare continuerei ad affermare che intelligenza e cultura non vanno di pari passo nemmeno coi piedi palmati”.

IL BIG BANG

Io non vorrei apparire saccente, la mia era solo una battuta, ma visto che ne ho parlato spesso e che sono preparato, visto che la tua convinzione è così forte da rischiare di farti abbandonare all’apatia solo perché sei in gamba, allora ti spiego qualcosa che ho imparato tra lo Zimbabwe e Montelepre.
L’intelligenza intesa come capacità di comprensione degli accadimenti, dei meccanismi che li creano e delle loro conseguenze è una facoltà di base presente in tutti gli esseri viventi, indispensabile per la loro sopravvivenza. Esistono due tipi d’intelligenza, primitiva ed evoluta. Esiste ad esempio un’intelligenza linguistica, la capacità di usare un elenco linguistico forte e persuasivo, propria degli scrittori, degli studiosi, dei filosofi, degli oratori o più comunemente degli accaniti lettori. L’intelligenza linguistica primordiale o primitiva è la facoltà di denominare oggetti, sensazioni o situazioni con dei fonemi. Quella evoluta è l’arte oratoria o letteraria. L’intelligenza matematica è tipica dei mammiferi, s’intende come primitiva il semplice ragionamento matematico e l’uso del metodo, parliamo di evoluta quando vogliamo indicare l’intelligenza sviluppata attraverso l’esercizio e la conoscenza. Esiste un’intelligenza artistica data da un allenamento fisico e da uno mentale, quest’ultimo dedito al sapere (conoscenza della musica classica e delle scale). L’intelligenza primitiva non è quindi da considerare quando si parla d’intelligenza perché è qualcosa che appartiene agli esseri viventi compresi primati, mammiferi, uccelli e in casi non ancora approfonditamente studiati, alle piante e ai pesci. Non è da considerare neanche il potenziale, perché sarebbe come dire in giro di aver attraversato il deserto solo perché si hanno le gambe. C’è anche un’intelligenza microscopica, tipica dei microrganismi (alcuni fisici quantistici scoprirono che le parti più piccole di un atomo potevano muoversi interagendo con la nostra mente). Ragion per cui, è del tutto scontato che l’intelligenza e la capacità intellettiva (non intesa come capacità di togliere la mano dal fuoco quando ci va il palmo in fiamme o di mangiare quando si ha fame) siano frutto di una cultura linguistica, artistica e matematica. Ma non è questo il punto, perché la mia voleva semplicemente essere una battuta, il punto è un altro. Noi non dobbiamo né convincerci, né convincere le nuove generazioni che per essere intelligenti non c’è alcun bisogno dei tre tipi di conoscenza sovra citati, perché così si rischia di stroncare sul nascere l’energia conoscitiva. Non esiste al mondo un uomo che abbia letto cento libri e che non sappia usare il linguaggio, così come non esiste al mondo un uomo d’immensa cultura matematica, fisica e scientifica che non sappia produrre sistemi tali da riuscire a uscire da situazioni difficili da snodare per gente con poca cultura. Spesso consideriamo poco intelligente una persona di cultura odiosa o con poca profondità d’animo, questo ci porta a pensare che basta avere un cuore per essere intelligenti. Niente di più falso: il cinismo è la punta massima dell’intelligenza oltre al quale c’è l’esaltazione o il suicidio. Un uomo intelligente è capace più di tutti d’ingannare, sottomettere e odiare.
Ancora più spesso invece ci lasciamo trarre in inganno e ci convinciamo che ogni gesto logico o pensiero deduttivo di un essere umano considerato socialmente stupido (prendiamo ad esempio il pescatore e il contadino, luoghi comuni usati spesso, ma non sempre erroneamente) sia frutto di un’intelligenza superiore, ma non pensiamo che quel gesto e quel pensiero sono del tutto normali per chi invece consideriamo colto. Pensiamo quindi che basti acquisire intelligenza: questo pensiero però è il big bang dell’idiozia, da dove tutto ha origine.
Cultura quindi, uguale a intelligenza evoluta. A meno che non vi basti, per considerarvi ingegnosi e brillanti, avere l’arguzia di scappare di fronte a un cane inferocito.

A.Cascio, Un uomo così bello da far passare in secondo piano il suo intelletto.

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