La malattia dell’arte

On 03/12/2015 by alecascio

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In foto: opera di Monica Moroni

 

Non puoi aspettarti che un muto canti un gospel nella tua chiesa, non puoi aspettarti che un cieco scorga assieme a te la linea retta tra il cielo e il mare per attendere paziente l’alba e gioirne. Eppure lo stesso da un malato d’arte desideri che comunichi come tu desideri, che imponga a se stesso il vocabolario monarchico dell’umanità.
L’artista non si è discostato dalla vita per sua scelta, non cammina, ride e piange al contrario per opporsi a un qualche sistema, una qualche politica o filosofia che non accetta, semplicemente è nato deforme o deformante e spingerlo nel vasto deserto della convenzione lo degrada, lo assopisce e in qualche modo lentamente lo annienta. Laddove tu vedi paradisi lui vede voragini profonde, non come preso da superbia, ma come fosse affetto da un conflitto inconscio tra la sua mente e l’ambiente. Non gestisce, suo malgrado, le emozioni come fai tu, non può provare le tue stesse sensazioni e questo per lui non è né un bene né un male, è nato, cresciuto e ha vissuto come alieno ogni tuo concetto di normalità in un percorso parallelo al tuo e non volutamente, mai, assolutamente, ha cambiato strada per sua decisione. Chi ha scelto ha finto, finge e fingerà fin quando reggerà.
Non ti accostare a un artista come ti accosti a uno qualunque, preparati alla degenerazione di ogni dialogo e a una distruzione argomentata delle tue certezze, ma rimani sulle tue, assecondalo o guarda per puro piacere nel suo specchio come un diversivo. Non c’è alcuna altezza e bassezza nelle umane differenze, ci sono solo punti sparsi sulla linea dell’orizzonte e rette che li raggiungono per creare spazi in cui sostare in pace o in guerra per il resto dei nostri giorni.
Ciò che per te non è per lui è, ciò che non ha per lui ce l’ha, ciò che per lui è per te non è e ciò che non ha per te ce l’ha e non bisogna decifrare un codice per comprenderlo, basta subirlo a tratti e abbandonarlo a sprazzi, come lui desidera che sia.

A. Cascio

In foto: Opera di Monica Moroni

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