Brevissima storia semplice e scorrevole dei talebani, del fondamentalismo islamico e dell’Afghanistan

On 20/07/2016 by alecascio

Mi è capitato spesso di imbattermi in alcune foto dell’Afghanistan degli anni ’60, bello, pieno di turisti, pulito e caratteristico. Il titolo delle foto parla di “Afghanistan prima dei talebani”. Ho sempre ritenuto questo titolo corretto solo a metà, in quanto mancavano all’appello i democratici, i repubblicani, i guerriglieri del fronte della libertà, gli Stati Uniti ma sopratutto la Russia. Metti tutta sta gente in una pentola, mescola bene ed ecco impiattato l’Afghanistan di oggi, principalmente un piatto a base di tritato.

Essendo tutti figli dell’era digitale si è risvegliato in noi quel bisogno intimo di propagandare i nostri pensieri e di esternare i nostri pareri su qualunque cosa e quindi, oggi più che mai c’è bisogno di articoli come questi, atti a correggere quella propaganda personale che potrebbe comunque servire a qualcosa, come a portarsi a letto un’amica a cui piacciono gli uomini intelligenti, per esempio.
Ecco, per questo vi racconterò in modo semplice e scorrevole la storia dei talebani e dell’Afghanistan a partire dalle foto che hanno fatto il giro del mondo.

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In foto: quando erano gli afghani a castigare le tedesche d’Estate

In quegli anni, negli anni in cui queste foto vennero scattate, in Afghanistan c’era la monarchia. Il paese era stabile da 40 anni prima che al primo ministro Khan 2 (Mohammed, cugino del Re Amanullah che chiameremo quindi Khan 1) non venne in mente di fare un golpe e instaurare la Repubblica afghana. Qualche anno dopo altri afghani guidati dal leader del Partito democratico Taraki, fecero un ulteriore colpo di stato costringendo Khan 2 a dimettersi per instaurare un’altra repubblica, la Repubblica Democratica dell’Afghanistan.
Dalla monarchia a due repubbliche di fila: “che culo” devono essersi detti i normali cittadini afghani.

Nessuno di questi Re o presidenti fu cattivo, non eccessivamente, semplicemente ognuno aveva un’idea differente su come gli afghani dovessero vivere. Taraki, ad esempio, credeva che lo stato dovesse essere laico così vietò la barba lunga e il burqa, nonché (cosa buona e giusta) il diritto degli uomini di usare le donne come merce di scambio per i matrimoni.
Le alte cariche religiose non la presero bene e così Taraki venne assassinato. Non è ancora chiaro se furono rappresentanti dei gruppi religiosi fondamentalisti o un esercito di sarti che perse il lavoro. Fatto stava che i barbieri ebbero un’annata d’oro.
A lui successe Amin.
I russi erano molto amici degli afghani, i sovietici appoggiarono la guerra anglo-afghana che portò all’indipendenza della nazione dall’Inghilterra e lo stesso Re afghano Khan 1 al tempo riconobbe per primo il regime bolscevico di Mosca e per quello… i russi decisero di ricambiare rovinando la vita ad altre sei generazioni di afghani.
Il regime di Khan 1 e Taraki in realtà sosteneva un patto di alleanza tra i due stati: i russi avrebbero dato armi all’Afghanistan, quest’ultimo avrebbe negato il suo appoggio ai ribelli islamici nei territori dominati dall’Unione Sovietica. A quanto pare però Amin non era proprio un filosovietico.

I russi non amavano il nuovo presidente, Amin, e non tentarono neanche di nasconderlo, tanto che invasero Kabul e diedero il potere a Karmal.
Gli Stati Uniti (a quel tempo l’equivalente di Unione Sovietica letto al contrario) non furono contenti di Karmal, allora finanziarono i mujaheddin che altro non erano che persone comuni che combattevano per la libertà. Finanziati da Reagan e Osama Bin Laden, ripresero il controllo del paese e scacciarono i russi.

E siamo arrivati alla terza repubblica, la Repubblica Islamica dell’Afghanistan che durò quanto un canarino in una gattaia in quanto i mujaheddin, che essendo combattenti del popolo avevano vedute differenti (ed è umano), si frammentarono in diversi sottogruppi. Arrivarono quindi i talebani che altro non erano che gente con un’idea fondamentalista del Corano. I talebani pensarono che un paese islamico dovesse vivere nelle leggi islamiche, che fossero esse leggi giuridiche, culturali o economiche. Un altro passo indietro quindi, di nuovo barbe lunghe, barbieri in fallimento, burqa, donne trattate come merci e isolamento totale da chi non apparteneva alla “setta” di Maometto. Capi spirituali (e non solo) dei talebani erano gli ulema, ovvero studiosi dell’islam.
Uno dei punti più amati dagli ulema e dai talebani era la Shari’a, termine usato sia per rappresentare la legge di Dio che, in modo più pragmatico, la legge dell’uomo (inteso come strumento di Dio).
Riferimenti alla Shari’a si trovano in 196 versetti del Corano e negli Hadith, ovvero un insieme di racconti e aneddoti su Maometto raccolti nella Sunna (che è quindi l’insieme degli Hadith).
La Shari’a per molti paesi musulmani è solo un codice di comportamento, non vuole costringere nessuno a seguirla, un po’ come dire che la Domenica bisogna andare a messa e che non bisogna tradire la propria moglie. Un po’. Ma i talebani pensarono bene di renderla legge in tutti i sensi.
La Shari’a prevede la pena di morte per adulterio, bestemmia, apostasia (l’abbandono della propria religione o conversione ad altre religioni) e omicidio ingiusto di un essere umano.
L’omicidio ingiusto è l’omicidio volontario senza giusta causa e sulla giusta causa di un omicidio le letture coraniche si sprecano.
Le leggi principali del diritto penale islamico sono strettamente legate alla religione e quindi non spetta al giudice il potere decisionale riguardo la pena che è per l’appunto, la morte.
I familiari della vittima, in caso di omicidio, possono però scegliere il perdono.
Fin qui abbiamo scoperto qualcosa che non sapevamo.
1) La monarchia in certi casi vale più di una Repubblica.
2) Il significato di Repubblica cambia al cambiare del partito.
3) Russia per prima e Stati Uniti dopo, avrebbero dovuto farsi i fatti propri e probabilmente se lo avessero fatto, oggi l’Afghanistan sarebbe un posto migliore.
I talebani si fecero trasportare da quel loro fondamentalismo e non solo applicarono la Shari’a nei loro territori, ma con Al Qaeda (un movimento militare sunnita, ovvero che si basa sulla Sunna), pensarono bene di espanderla al mondo intero.
Abbiamo precedente detto che la Sunna non è altro che un insieme di racconti e aneddoti su Maometto.
Molti racconti (Hadith) potrebbero essere falsi quindi. Per questo si è pensato bene di ricorrere a un’interpretazione della Sunna che dice che se un gruppo di studiosi religiosi si trova d’accordo su un racconto riguardante Maometto, quello è da considerarsi veritiero.

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In foto: Elvis afghano e la sua band

 

 

ORA RIFLETTIAMO BENE

La Sunna è un’insieme di racconti. Alcuni di questi racconti dicono che se un gruppo di studiosi dell’islam affermano che il racconto è veritiero, questo è da considerarsi tale. Un racconto dà agli studiosi la facoltà di considerare giusto un altro racconto.
Non ce ne state capendo niente neanche voi, è così?
Si chiama idiozia, l’abbiamo vista durante il regime nazista dalle nostre parti, non dovreste meravigliarvi tanto.

Al Qaeda con il benestare degli studiosi e con Bin Laden alla guida (lo stesso che con Reagan aveva supportato i ribelli per sconfiggere la Russia) decise quindi di applicare la Shari’a un po’ dappertutto, sia ai paesi islamici filoccidentali che a tutto quel mondo occidentale impuro.
Nel 2001 avviene l’attentato alle torri gemelle e gli Stati Uniti rispondono con una guerra che porterà al potere Hamid Karzai, il primo presidente Afghano eletto democraticamente con normali votazioni e sostenuto da George Bush. Noi fingiamo anche di crederci, alla democrazia e alle votazioni, non è questo il punto. Oggi il presidente della Repubblica è Ashraf Ghani.

Ed è questo che le fonti ufficiali affermano riguardo tutto sto casino del fondamentalismo e dell’Afghanistan, ovvero che 196 versetti bastano per uccidere milioni di persone e che i restanti 6046 sono del tutto ininfluenti.
Per questo oggi si parla anche di musulmani buoni, perché molti di loro si sono concentrati sul restante 90% del Corano lasciando a quel 10% un significato astratto e a volte obsoleto, riconoscendo che legge, in un testo religioso, vuol dire Legge di Dio e non dell’uomo.

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In foto: una famiglia di afghani moderni in una delle loro caratteristiche casette con ampia finestra con vista

 

Alessandro Cascio

 

Ci sono stati 838 attacchi terroristici nelle vicinanze quest’anno.
715 sono avvenuti in stati a maggioranza musulmana.
Il 90% delle vittime dei terroristi sono musulmani.
Ci sono 1,6 miliardi di musulmani nel mondo.
Solo 106.000 sono membri di gruppi terroristici.
Lo 0,006% dei musulmani sono terroristi.
Il 99,993% non lo sono.
Questa non è una guerra dei musulmani contro il resto del mondo.

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