Verona

On 09/08/2017 by alecascio

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Instabile, deserta, tormentata vita mia.
L’immagine più bella che ho nel cuore è lei nel buio vialetto adiacente al mio lussuoso hotel con vista sulla piazza principale, raggomitolata nel suo cappotto nero a scusarsi per quell’incrollabile distacco. Con la manina mi colpì sul petto, mi disse: “Non fai nulla per rassicurarmi, ti comporti come se tutto questo fosse normale, non ti accorgi che sono spaventata”.
Ed io che spesso mi attribuisco doti che non ho e pensieri che non ho pensato mi sono visto nudo in un film in cui ero da solo protagonista, comparsa e antagonista. Una lunga e immobile inquadratura sulla mia realtà prima dei titoli di coda.
Instabile, deserta, tormentata vita mia, non mi è parso vero che, bella come poche ne avevo viste prima, avesse scelto me per non so cosa, qualcosa che vedeva lei soltanto, deviata da un malato daltonismo che scombinava chiari e scuri e le permetteva di vedere quel me che in me non c’era affatto.
Il perché l’abbia abbandonata nonostante la guardassi dormire come si guarda un bambino in una culla è uno dei miei vanti, una rara forma di altruismo che mi colpì in un attimo di pietà per lei ed empietà per me.
La mia Verona antica, nel cuore come pochi scorci cementati, fu la città più bella che avessi mai abitato, così abituata al bello da non meravigliarsene, da non notarla più neanche quella sua bellezza.
Mi disse: “Portami con te, non ho nulla da perdere, nulla da rimpiangere”.
Se nulla sono le orme secolari e trasparenti di grandi uomini vissuti e morti, se nulla è l’amore smisurato per i tuoi fratelli, se nulla è l’amicizia di sinceri amici allora, instabile, deserta, tormentata vita mia hai più di quanto pensi e non l’hai mai compreso.
Non glielo dissi ma lo pensai: “Non ti allontanerei mai da tutto questo, è quello che tu hai e che io non avrò mai, è più di quanto un uomo possa ambire, con tutta la passione che provo me ne andrò nascosto nella mia insolenza e a malapena te ne accorgerai”.
Rullo il tabacco ancora come mi hai insegnato, adesso permetto a qualcuno di vedermi malridotto e ammalato, non mi sento ancora a pieno agio, a dire il vero, ma dopo te ci provo, mi sforzo, mi faccio coraggio.
Se avessi esitato un attimo non avresti quel che hai, non saresti quel che sei, ma so che nonostante tutto questa instabile, deserta, tormentata vita mia ha avuto un giorno la capacità di togliere a se stessa per riempirti e quell’ultimo atto vile e valoroso, ancora oggi lo reputo il migliore tra i possibili ignobili gesti d’amore.

AC – Verona

 

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