90′s

On 28/08/2020 by alecascio

C’avevamo questo concerto, io ero ancora minorenne. Gli Scisma, una band metal di trentenni, avevano portato una distilleria intera e l’avevano infilata nel bagagliaio assieme agli strumenti. Ci fecero bere tanto che saliti sul palco di fronte a migliaia di persone io non riuscivo a vedere le corde, il bassista suonava una canzone quando era logico che ne avessimo attaccata un’altra e il batterista si fermava di colpo per vomitare dietro la batteria e poi riattaccare come se niente fosse successo. Tutto di fronte a una giuria in cui era presente il parroco della città. Così gettai la chitarra in aria facendo fischiare gli amplificatori, mi sbottonai i pantaloni mostrando i peli pubici al pubblico, mi tolsi il maglione, misi il casco e attaccai Big Cheese dei Nirvana che mai avevamo provato, ne uscì una performance spaccamascella ma nel 1995 fu come bestemmiare in chiesa. Il pubblico rimase in totale silenzio e Levis Strauss disse “forse non siete ancora pronti per questo, ma posso assicurarvi che ai vostri figli piacerà”, poi volò via con la sua De Lorean.
Si avvicinò a fine concerto il mixerista con la sua ragazza. Ci disse: “Ragazzi, non ne abbiamo capito niente, ma siete assolutamente stati i migliori su quel palco, eravate proprio belli da vedere”.
E’ così che si fa punk-rock.
La seconda band era una specie di band culto del circodario, suonavamo in una cantina in cui tutti passavano per fumare una sigaretta e vederci suonare. Ogni prova era un piccolo concerto per un piccolo pubblico, avevamo creato una Seattle in miniatura e c’eravamo tolti dalla strada mentre mafiosi e delinquenti combattevano una guerra per le vie e si ammazzavano in pieno giorno.
La terza band l’avevamo improvvisata perchè giorni prima del concerto sostituimmo il cantante con nessuno, non avevamo un cantante e questo c’insegno il significato della parola “sostituire”: togli qualcosa per metterne un’altra. Così io mi misi al basso, il bassista alla voce e:
“Ma lo hai mai suonato il basso?”
“Che vuoi che sia, saranno due note in fila, ha solo le corde più grosse, ma almeno ce n’è una di meno. E tu hai mai cantato?”
“Sotto la doccia”
Non è mai stato il nostro forte l’organizzazione, ma è così che si fa punk-rock.
Riuscimmo a far ballare e pogare ugualmente due generazioni mentre il mixerista (tutti odiano i mixeristi) ci urlava che se avessimo alzato ancora il volume di nascosto ci avrebbe staccato tutto.
Per rompegli le palle salii sopra una cassa spia grossa così e ci ballai sopra per tutta la durata di Lovely Man dei Red Hot.
Levis Strauss dal backstage ci disse: “Suonate Big Cheese, sono già passati tre anni”.
“No, Levis” gli risposi, “per quella non saranno mai pronti, neanche tra 25 anni”.

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