La giovane parrucchiera di Your Point

On 05/10/2020 by alecascio
Lei gli si avvicina. Il paesaggio sotto la pioggia sembra un ritratto impressionista. Lui manca dall’auto da circa venti minuti. Le aveva detto: “Faccio una cosa e torno, faccio subito, giuro”.
Non lo sa quanti minuti siano “subito” ma sa che si sarebbe comunque presa un malanno qualunque cosa lui stesse facendo.
Lo trova in ginocchio, il viso ha la smorfia tipica di chi sta piangendo, le lacrime sono solo il contorno della disperazione.
Gli stanno cadendo i capelli, ora che li ha bagnati non sembrano più così folti. Lui ha un coltello alla gola e gli trema la mano.
Lei gli chiede: “Cosa stai facendo?”
Lo fa con freddezza, non è una buona persona, lui si è sempre chiesto se avesse dei pensieri e quali fossero, come vedesse il mondo una persona stupida, se gli stupidi avessero solo frammenti di pensieri, se qusti apparissero come flash o si palesassero completamente illuminati.
“Non ce la faccio”.
“Ad ammazzarti?”
“Ho sempre pensato che arrivato a questo punto della mia vita, che una volta fatto tutto quel che c’era da fare l’avrei fatta finita ma adesso che è l’ora non ci riesco, non riesco a pensare che non ci sia più niente che possa darmi gioia, che questa tanto decantata vita sia tutta qui”.
Lei mastica un chewingum, dice: “Già, fa schifo, non è vero? Pensa che passiamo trent’anni della nostra esistenza a dormire, che se muori a quaranta è tutto dire, praticamente hai vissuto dieci anni”.
Lui pianta il coltello sulla terra bagnata. Il pensiero che quella si sarebbe mischiata con il suo sangue qualche istante dopo lo rincuorò, gli fece percepire un accenno di continuità.
“Non è proprio così”.
“Sì che è così, l’ho letto sul Focus, dal dentista. Tu ci pensi che quelli che soffrono d’insonnia in fin dei conti sono fortunati …”
Lui le urla contro. Le chiede di stare zitta.
“Bello, nessuno mi ha mai detto di stare zitta”.
“Sei proprio sicura?”.
Lei si morde un’unghia rotta, la sputa, risponde che pensandoci forse qualche volta, ma la sua era solo una metafora.
“Sai almeno cosa sia una metafora?”
“Quando dici qualcosa tanto per dire”.
Lui si punta il coltello alla gola, chiude gli occhi. Il cielo è grigio, la pioggia abbonda, si trova in un bosco e ha una bella donna ad aspettarlo, eppure è proprio quell’ultima pennellata di colore a rovinare il quadro, quella che lui aveva considerato la pù importante. Lei lo sta a guardare senza dire una parola, non prova una minima emozione, se la provasse probabilmente impazzirebbe, non riuscirebbe a sopportarla.
“Ma quindi ti stavi ammazzando con me in auto? Non hai pensato ai risvolti?”
“Quale risvolti”
“Avrebbero potuto pensare che fossi io l’assassina. Ho guidato fino al bosco per far sesso, ho tirato fuori il coltello e ti ho tagliato la gola”.
“Non sai guidare”.
“Allora hai guidato tu, io ti ho indicato la strada”.
“Non ci sarebbero le tue impronte sul coltello”.
“Con tutta questa pioggia cosa vuoi che importi”.
Lui non ci aveva pensato, no, l’assassino potrebbe sminuire il gesto, cancellare il messaggio, ma rovinerebbe la vita di lei. Il pensiero di metterla nei casini lo sfiora.
“Comunque ci prenderemo una polmonite, fai presto e andiamo”.
Lui allunga una mano e la tira a sè per i jeans.
“Ma hai capito o no cosa sto facendo?”
“Certo, stai in ginocchio con un coltello in mano nel fango. Non è la classica serata almeno. Una volta per esempio sono uscito con uno che mi…”
“Non m’interessa, non voglio saperlo, non in questo momento”.
“Senti, la vita fa schifo a tutti, credimi, è che c’hanno paura di morire e allora se la fanno piacere, ma non ho mai conosciuto una persona sobria urlare che la vita è bellissima. Quindi te ne do atto, stai facendo un gesto nobile, ti ammiro, però le cose sono due, o la fai o non la fai o inizi a scrivere poesie e tutte quelle boiate da depressi”.
“Sono tre”
“Quale sarebbe la terza?”
“Scrivere poesie”.
“Quella è la seconda, la prima è ‘o la fai o non la fai’, è tutta una cosa, capisci? ‘O la fai o non la fai’ sono la prima cosa, la seconda cosa è scrivere”.
Si sta facendo buio, gli amici si staranno chiedendo che fine abbiano fatto, non aveva immaginato un finale simile, ma la vita fa schifo a tutti, è vero, forse tanto stupida lei non è, forse tratta solo la profondità delle cose con sufficienza, ma sa quanto a fondo può scavare l’anima. Si chiede se davvero la stia invidiando e perchè.
Lui le chiede se ci sia vita dopo la morte.
“Che cosa stupida, come faccio a saperlo? Sono viva.”
“Cosa credi?”
“Che importanza ha?”
Lui urla contro e quasi si pianta il coltello in una mano.
“Ce l’ha invece. Rispondi!”.
Lei sorride, le piacciono gli uomini maschi.
“Cioè, che senso avrebbe? Se ci fosse una vita dopo la morte, che senso avrebbe morire? Tanto vale che continuiamo a vivere questa.”
Lei interpreta due personaggi, entrambi parlano con la stessa voce e hanno lo stesso fare effemminato.
“Addio” dice.
“Oh, non temete” risponde, “il tempo del funerale e sono di nuovo tra voi!”
Poi sbadiglia, poggia la schiena sull’albero e per la prima volta dopo tutto quel parlare lui le nota i capezzoli malcelati dal vestitino bagnato e vorrebbe leccarle la fica sotto la pioggia.
“No, muoriamo e basta, non avrebbe senso se no morire”.
Le si avvicina trascinandosi in ginocchio, la spinge con la fronte sull’albero e le chiede di rimanere in piedi. Lei non ci pensava neanche a coricarsi in quel porcile. Lui le morde prima l’interno coscia, poi le tira via le mutandine e il calore degli umori di lei gli ricordano che dentro al corpo c’è un altro mondo che quasi non si cura del mondo esterno.
Lui morirà l’indomani, impiccato alla trave di casa sua, alle 19.38. Metterà in loop il brano numero 8 del lato A dell’album The Velvet Underground & Nico, scriverà “nulla da dire, è solo che non la trovo più divertente”.
Lei farà i capelli all’ultima cliente del negozio, la proprietaria e mentore le dirà dell’accaduto. Lei risponderà: “Ma che peccato, era un così bravo ragazzo” ma non distoglierà lo sguardo dal suo lavoro, una messa in piega a una signora sui settant’anni che le domanderà:
“Lo conoscevi, tesoro?”
“Sì, certo, siamo usciti insieme qualche volta, ma se ci sarà vita dopo la morte tornerà, però credo che non gli farà molto piacere visto che si è ammazzato.”
“Si ammazzerà un’altra volta” le dice la vecchia.
Insieme rideranno e quando lei avrà completato l’opera dirà: “Et voilà”
AC – La giovane parrucchiera di Your Point
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