Funeral day/Farmafelicità/Casa d’artista

On 04/11/2012 by alecascio

Dio è il business meglio riuscito della storia del mondo.
“E il terzo giorno resuscitò” dice Padre Cosimo.
Il Cristo sta in piedi sulla panca a urlare contro il prete come un ultras allo stadio.
“Sono resuscitato dopo cinque minuti”, grida, “sarei uscito da lì prima se non avessero avuto la magnifica idea di coprire la mia tomba con una lastra in pietra da una tonnellata”.
Gli metto una mano sulla bocca, ma con i suoi magnifici poteri modifica lo spazio e piega il mio equilibrio ai suoi voleri rendendo instabile la gravità che mi sorregge … o forse sono solo inciampato.
“Insomma, vuoi darti una calmata?” gli dico cercando di ricompormi: “E’ il mio funerale”.
“Non c’è nulla di tuo in tutto questo, Chicco. E’ da più di un’ora che parlano di me e di come mio Padre ha creato il mondo. Se avessero un po’ di sale in zucca capirebbero che in realtà lui ha creato il caso, il resto è stato tutto una conseguenza di quel gesto. Mio Padre era uno scansafatiche proprio come il tuo, per questo ci troviamo così d’accordo”
Mi sporgo dalla panca e lo strattono un po’ per la candida veste azzurra che ha comprato dopo aver visto un suo ritratto in un’enoteca di Napoli: “Cosa intendi?”
“Che la vita nel mondo è solo conseguenza del caso. Non crederai davvero che mio Padre abbia inventato le mosche.”
“No, mi riferivo al discorso su mio padre.”
“Quel buono a nulla di Carletto, dici? Non faceva altro che poltrire durante le ore di lavoro fin quando un giorno, mentre se ne stava su una rampa a dormire, un suo amico gli versò addosso una tazzina di caffè bollente, lui si svegliò di soprassalto e splat, spalmato su cumuli di calcestruzzo.”
Carletto, l’esempio, il paladino della classe operaia, dormiva sul lavoro.
“Credi che tuo padre mi permetterà di vederlo?”
Se la ride, il redentore in vacanza.
“Come no, che fretta c’è. Passiamo a intervistare qualcuno all’Inferno, poi facciamo un salto in purgatorio e alla fine ce ne andiamo in Paradiso a vedere se c’è qualche bella gnocca fiorentina disposta a farti fare un giro turistico. Che te ne pare, Chicco?”
“Sarebbe una ficata.”
“Beh, scordatelo, leggi troppi libri ragazzo mio.”
Mi prende per mano e mi tira a lui dicendomi che è il momento di andare.
“Lasciami guardare per l’ultima volta le loro facce.”
“Smettila di piagnucolare, li rincotrerai tra qualche anno, molti di loro li vedrai da morto più di quanto li hai visti da vivo. Non appena te li ritroverai lassù e dovrai sorbirteli per l’eternità, ti pentirai di non essertene andato via da qui prima”.
Si avvicina a Padre Cosimo che narra la passione.
“Gesù, con il suo ultimo fiato, gettò un grido al creatore che l’aveva abbandonato, dimostrando così di essere anch’egli uomo.”
Il Cristo scosse la testa.
“Avrei voluto vedere te, vecchio, se inchiodato a una croce a cagarti addosso, non avresti anche tu bestemmiato”.

Alessandro Cascio – Da: Ditemi tutto sui baci

Oggi sono particolarmente felice. Sono felice così, a cazzo.
Sono allegro, ho un bel viso paonazzo e sorridente che non fa altro che esprimere gioia di vivere e canticchio in modo singolarmente intonato motivetti anni ’80, spensierati e fiduciosi del futuro. Ho passato metà della mia giornata a dialogare un po’ con i colori e i suoni della primavera e a godere dell’arte varia di un parco affollato in una mattina soleggiata. Ho abbracciato le persone care, ho detto alla mia ragazza che l’amo e anche alla ragazza di qualcun altro. Ho salutato conoscenti per strada donando aggratis una parola di conforto e compreso che la vita va vissuta, vissuta pienamente, ma sopratutto, se una cosa ho davvero capito tra le tante cose che ho capito in un solo giorno quanto mai in una vita, è che ogni tanto devi tornare da vecchi amici e chiedere loro come stanno, anche se non ti importa. Così sono entrato in un negozio al centro e ho stretto forte a me un compagno di scuola che non vedevo da mesi.
Gli ho domandato come stesse, mi ha risposto: “Come un colpo caricato a salve”.
Poi si è fatto trasportare un po’ dal motivetto dei Roxette che stavo fischiettando martellandone il ritmo con il pollice sul bancone e mi chiede:
“E tu, amico mio, come va col Prozac che ti ho dato il mese scorso?”
“Alla grande”, gli ho risposto, “alla grande”.
Dopo ho ballato The Look per un paio di minuti.
A.Cascio – Farmafelicità

Casa d’artista – L’amore per l’arte

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