30 minuti di spasso e follia

On 26/03/2013 by alecascio

Ho deciso di sposarmi, sempre che trovi una religione che accetti il matrimonio con se stessi.
A.Cascio

Mi sono trovato a un bivio e ho scelto di centrare il palo. E’ questo che succede a chi non sa che strada scegliere, pensi che all’ultimo momento quel metro in più di sterrato e le tue sinapsi troveranno un accordo e t’immetterai nella via giusta proseguendo per il traguardo senza pentirti di non aver riflettuto abbastanza sulla mappa per trovare adeguate scorciatoie. E poi c’è tutta quella gente sul ciglio che rischia di morire quanto noi per incitarci e gridarci l’amore codardo di chi non ha vittorie e mai ne avrà e per questo sogna coi trionfi altrui. Non otterrà nulla se vinci, nulla se perdi, giusto il piacere di toccare la carcassa tartassata e scossa delle auto da corsa sporche di cenere e sabbia in bella mostra appena a un passo dalla linea rossa del traguardo.
“Signore” mi chiama la bambina che ha bussato allo sportello con una tale forza da stordirmi, o forse è il botto della mia auto che mi è entrato in testa come lo sparo nemico di un reduce di guerra nascosto tra le rocce ai bordi della cascata d’Argento di Sapa.
“Signore, sta bene?”
“Vai via, lazzarone comunista, non avrai la mia benevolenza se riuscirò a tirarmi fuori da qui vivo”.
Le punto la leva del cambio in testa e faccio “bang”. E’ scarica, di nuovo il carrello sporco di terriccio.
“Come puoi chiedermi se sto bene nel bel mezzo di una guerra, ragazzina? Ho forse la faccia di un venditore di armi o un petroliere? Torna da tuo padre”, le urlo e provo a sparare un altro colpo, ma vado a vuoto.
“Bang”: ci sono troppi asiatici nelle industrie d’automatiche americane, l’ho detto al colonnello e glielo dirò se i viet cong non mi mischieranno al riso domattina.
“Io non ho un padre” mi dice la bambina.
“Non dire idiozie, tutti abbiamo un padre da qualche parte, ma siamo in guerra e hai la pelle color dissenteria, quindi mi sa proprio che devi scavare per trovarlo, comincia adesso e forse avrai le sue ossa in tempo per seppellirlo degnamente assieme ai tuoi nipoti”.
Il mio copilota si chiama Alban.
“Passami la tua pistola, sergente”.
Il mio copilota si chiamava Alban.
Ha una scheggia conficcata nel cervello e ha ancora gli occhi aperti. Chi ha il coraggio di guardare la morte negli occhi lascia la vita con quella noce in più di conoscenza che ti farà svettare tra i beati eroi terreni, e a chi, alla domanda “che viso aveva il Tristo Mietitore?”, risponderà con esattezza, sarà dato più di quel che è dato alle altre anime del cielo.
Ci vorranno le pinze per chiudergli le palpebre adesso.
“Ne vorrei uno di padre, signore, ma non ce l’ho”.
“Meglio per te, ragazzina” le rispondo cercando di tirare fuori le gambe dal motore, “io ne ho avuto uno in più di quanti ne avrei voluto”.
“Ha avuto due padri?”.
“No, ne ho avuto uno soltanto” e mi trascino fuori digrignando i denti per non lamentarmi di fronte a quella piccola merdina comunista.
Chi vive con la morte sotto braccio non sa tornare in patria accettando il fatto che si può esistere senza rischi né dolore. Il dolore fa parte di noi, lo abbiamo visto, sentito, lo abbiamo toccato, sedato, causato, è nostro figlio e non l’abbandoniamo, perché spesso ha lasciato che impazzissimo, ma altrettanto spesso ci ha salvato. E allora, quando i tizi della Canon mi hanno contattato dicendomi che cercavano un campione per portare di nuovo in alto il loro nome, gli ho risposto che dovevano: “… cercare una squadra di Football, di Basket, nessuno segue i Rally, nessuno che abbia un po’ di sale in testa da voler fissare un momento per sempre con una macchina fotografica. Perché credete che amiamo la velocità, perché non desideriamo altro che il tempo scorra rapido come un’Opel Kadett elaborata”.
Poi mi hanno messo in mano del denaro: idioti pervertiti mangiazuppa, lo avrei fatto anche gratis.
“Signore, stanno arrivando i suoi amici” mi dice la bambina.
“Non ho amici, solo potenziali nemici e quelli sono …”
Mi ritrovo in bocca di nuovo il sapore del sangue e non è il mio.
La piccola in frantumi sulle rocce ha in mano solo un mucchio di verdure. Non si ammazza nessuno con piselli e foglie di soia, nessuno che non sia allergico ai legumi.
“E’ tutto ok, soldato?”
“Era solo un quarto di donna, non voleva farmi male”.
Il viso del colonnello è raggrinzito dal disgusto. Lo sento borbottare tra sé e sé che sono ridotto male e per l’altro, il sergente, non c’è nulla da fare.
“Qui non siamo in uno di quei Rally che ti piacciono tanto, qui non si gioca per partecipare”.
Non si gioca al Rally, si corre e io non ho mai corso se non per vincere.
“Alzati con le tue gambe e tornerai a fare il pilota, magari ti daranno anche dei soldi, uno sponsor e diventerai più famoso di Gesù”.
Non ho mai mollato perché sapevo che un giorno sarei tornato a correre, ci speravo almeno. E dopotutto, cos’altro puoi fare tornato da questo Inferno, se non fuggire finché vivi dalla vita e rincorrere la morte sgommandole e rombandole alle spalle. Pesto le ossa morte della piccola vietnamita e mi rivolgo al capo con renitenza. C’è una cosa che mi preme dirgli a quel bastardo texano: “Ci sono troppi asiatici nelle industrie di automatiche americane”.

Da: Rally, Alessandro Cascio

Oggi in Sicilia c’è stata una grossa scossa di terremoto.
Come l’ho scoperto?
Sono rientrato e ho trovato casa in ordine.
A.Cascio

Mi ferma quest’uomo, un anziano amico di mia Nonna e mi parla della vita per mezz’ora. Io l’ascolto perchè la voce degli anziani anche se non dice niente mette pace e la pace poi, quando sei da solo, ti sussurra sempre qualcosa di utile.
“Quand’ero giovane io” dice, “le donne potevano starsene a casa a badare alla famiglia, alla casa e gli uomini andavano a lavoro e si occupavano del resto”.
Mi mette una mano sulla spalla, pesante, come se stessi per lievitare e mi avesse fermato in tempo prima di lasciarmi volare.
“Dagli anni ’70 invece, i posti di lavoro hanno iniziato a dimezzarsi, figlio mio, e anche le donne hanno dovuto iniziare a lavorare e così, tutti questi bambini” indica col dito un gruppo di ragazzetti che si rincorrono bestemmiando Gesù Cristo, “sono abbandonati a loro stessi”.
Per poco mi lascia la spalla ed è vero, mi sento più leggero: c’è qualcosa che non va oggi nella forza di gravità.
Per coprire il suo pensoso silenzio, gli dico che: “E’ per questo che si sono dimezzati i posti di lavoro”.
“Cosa?” chiede frastornato, tornando dal mondo dei sogni infranti.
“Dico che i posti di lavoro per gli uomini da quegli anni si sono dimezzati perchè le donne hanno iniziato a lavorare. Insomma, ci sono tre miliardi e mezzo di uomini e tre miliardi e mezzo di donne al mondo, se mezza popolazione che non lavorava si mette a lavorare, per una questione matematica i posti di lavoro si dimezzano”.
Mi guarda, sorride, gli occhi gli brillano di quella luce splendente di chi si è accorto di aver vissuto una vita senza capirne un cazzo e di aver pianto s’un bicchiere di latte versato nonostante la poderosa latteria alle sue spalle.
Quando se ne va dopo aver salutato me e mezza famiglia per mio mezzo, il suo saggio amore per le donne sembra essersi affievolito. Lo vedo scrocchiare le nocche da lontano. Oggi sono certo, troverà una scusa per picchiare la moglie.

A.Cascio – Come alimentare il maschilismo in un anziano postino in pensione

Finalmente un argentino al Vaticano.
Primo obbiettivo: vincere la champions.

Papa Francesco ieri annuncia dalla santa sede: “Faremo qualcosa di concreto contro la pedofilia”.
Questa mattina presentata la richiesta ufficiale del Vaticano al Governo: abbassare la maggiore età ai 14 anni.
A.Cascio – Buongiorno buongiorno, io sono Francesco

L’amore è scegliere una vita di alternanti alti e bassi a una vita di medi costanti. Io ho scelto la seconda, il piacevole incanto di un’esistenza che scorre quieta come il tiepido dondolare di una balia senza un braccio, ogni tanto rischi di scivolare, ma alla fine ce la fai. Sapete, prendere inculate da se stesso è una sottile forma di autoerotismo, ma prenderle all’insaputa da qualcun altro invece …
Si chiama stupro.
Martina la lasciai perchè nessuno oltre me sarebbe rimasto accanto a una donna che ti fa sentire inopportuno in qualunque momento della giornata. A volte, sapete, arrivare primo non equivale a vincere.
“E’ da una settimana che sto con un altro uomo”, disse al telefono.
Chi sarà mai questo folle senza autostima, mi chiesi.
“Ah, bene, è ancora in coma o … ”
“No, è vivo e vegeto”.
“Se è vivo e vegeta vuol dire che è in coma, sai non credo sia legale”.
“E’ in senso, per Dio”.
“Ah, bene, sono davvero contento per te e pure un po’ per lui”, anche se in certe circostanze con donne del genere essere in coma aiuta.
Ho desiderato essere in coma quando mi fece sentire inopportuno per averle sorriso durante un discorso riguardante un romanzo, l’ho desiderato quando mi fece sentire inopportuno mentre le cantavo “dove sono le chiavi” sulle note della traviata per le scale di casa sua, l’ho desiderato quando mi fece sentire egoista quando le chiesi di venirmi a trovare a cena con amici, mi fece sentire inopportuno quando spinsi troppo prendendola da dietro. Credevo che il suo “così mi fai male” volesse dire: “Cristo Iddio, amore, continua, sfondami”.
Ma voleva solo dire fermati, voleva dire quello e basta.
Adesso sto con questa nuova donna di nome Gabriela Suarez che l’unico suo difetto evidente è quello di avere il terrore dei bambini. Abbiamo qualcosa in comune, anche se non è l’amore ma il terrore che ci accomuna: io adoro terrorizzare i bambini. Se vuoi rimanere per sempre nel cuore di qualcuno, regalagli un sogno o regalagli un trauma. Gabriela mi ha chiesto di usare l’onanismo come contraccettivo.
“Che stupida richiesta è questa” le ho risposto sorridente, “perchè mai un uomo dovrebbe venire dentro a una donna quando può venirle in faccia?”
Gabriela mi ha chiesto in seguito di non venirle in faccia, così se prima avevo un posto in tribuna d’onore dove poter cantare vittoria intonando l’inno nazionale, adesso devo cercarmene uno più appartato. Mal sopporta l’idea che possa ingoiare un suo potenziale figlio, sostiene che sia una forma di cannibalismo erotico, così ho dovuto scegliere posti differenti, ma dovunque ti giri c’è qualcosa che si sporca, lenzuola, tappetini, sedili, vestiti, quadri raffiguranti icone religiose.
“Pronto?” rispondo al telefono a una voce tremante. E’ lei, la mia ex che mi urla che il suo nuovo ragazzo è in coma.
“Ti avevo detto che non è legale, così rischi che …”
“Era sveglio quando abbiamo stretto il legame, ma poi è successo qualcosa, si è sentito male di colpo a una cena con i miei”.
Rido.
“Scusa, lo trovo buffo, non c’è nulla da ridere” e rido ancora, ma di soppiatto con un pollice a chiudermi la narice.
“Non è buffo, è quantomeno inopportuno”.
Che furbo, il tipo, ci è arrivato prima di me.
Un giorno feci la visita da un cardiologo, mi chiese se fumassi, se bevessi e se fossi sposato.
“Perchè me lo chiede?” domandai.
“E’ uno dei tre fattori di rischio”.

A.Cascio – Inopportuno
Ogni considerazione a cose casuali e riferimenti a persone puramente da considerarsi reali è da …
Bah, non me la ricordo mai.

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Doveva perdere peso.
Il medico gli ha detto di fare un mese di corsa lenta.
E’ morto dopo solo un giorno e mezzo.
A.Cascio- Disguidi

A sentire parlare gli uomini, se ne avessero la possibilità accontenterebbero sessualmente anche decine di donne contemporaneamente, come se avessero un Kalashnikov al posto del cazzo: sono le donne che non li lasciano mirare, pudiche, sfuggenti e maledette donne. A sentire molte donne invece, una gran parte di quegli uomini arriva in campo armata ma finisce per sparare a salve o troppo in fretta oppure gli s’inceppa il caricatore sul più bello.
Mio marito non me la lecca, il mio ragazzo mi fa male, non gli piacciono i preliminari, non sa toccarmi …
Il sesso reale non ha nulla a che fare con la fiction in Color Climax, il sesso reale è un atto di totale abbandono e ci si abbandona quando si ha fiducia, si ha fiducia quando si è incoscienti e non si ha coscienza che il tradimento è una debolezza e tutti gli esseri umani sono deboli, si è incoscienti quando si è folli e solo i folli sanno amare e odiare intensamente, al di là di tutti i limiti morali: oltre il limite è pazzia. Se ne conviene quindi, che il sesso lo fai bene quando sei folle e quando sei pronto a superare le barriere della morale comune. Quindi, per scoparvi bene vostra moglie, non dovete imparare il galateo, non dovete ascoltare i suoi piagnistei, ma dovete coltivare la follia ed essere immorali a letto. Dovete coltivare la follia ed essere immorali.
A.Cascio – Follia e sesso

Maria sono l’Angelo messaggero della luce eterna e sono qui per ingravidarti.
– Di nuovo? Ma non eri appena uscito?
– No, quello era Angelo, il postino.
A.Cascio – Da: Bollette – Tutta la verità sulla vergine Maria.

Ho 35 anni, ho pensato fosse l’età perfetta per farsi una famiglia. Così mi sono fatto la mamma cinquantenne, le figlie ventenni e la zia di trent’anni. Io ho viaggiato molto, forse è per questo che amo la poligamia, perchè ho un debole per il mondo arabo. Loro sono poligami, gli europei monogami e i giapponesi origami. Lo sapete che i giapponesi c’hanno il cazzo piccolissimo? E’ vero, anche io pensavo che fosse una leggenda metropolitana, ho pensato “ma va, ne dicono di stronzate in metropilitana, la gente è stanca, torna da lavoro, nella frenesia si capisce qualcosa per un’altra”, ma invece è vero, come il fatto che le giapponesi ce l’hanno stretta stretta come la fica di una vergine. Io ho fatto sesso con una vergine una volta, ho usato un vecchio trucco: ho messo una parrucca bionda e ho finto di un essere un Angelo. Duemila anni e funziona ancora. Mi ha chiamato l’altro giorno e mi ha detto che da quel rapporto è nato un bambino che ha chiamato Salvatore.
“E ora dov’è?”
“Dorme cone un angioletto” mi ha risposto lei.
Mi sono sempre chiesto come facciano a dormire gli angeli con quelle ali immense.
Poi mi sono risposto che probabilmente come tutti gli uccelli.
“Non è troppo piccolo per dormire in piedi con una gamba sola?”
Ma ora sto divagando, ho scordato cosa volevo dirvi.

A.Cascio – Divagations

La differenza tra un normale e un folle è che il primo si limita a pensare e il secondo ha l’incoscienza di osare.
A.Cascio – Siamo tutti folli nei nostri pensieri

Amare un artista non è facile.
Ho visto donne eccitate sussurrarmi: “Ti amo perchè sei spiazzante, eclettico, libero e folle” e le stesse, qualche mese dopo, arrabbiate gridarmi: “Ti odio perchè sei spiazzante, eclettico, libero e folle.
A.Cascio – Amare l’artista

Auguri a tutte le donne e a tutti gli omosessuali che si sentono donne intrappolate in un corpo da uomo; auguri agli uomini, che oggi, uscendo con gli amici, troveranno uno tsunami di gnocca a invadere le strade; ma sopratutto, tanti auguri a tutti quei cornuti che oggi rimarranno a casa certi che la loro compagna stia semplicemente facendo una piacevole cena con le amiche.
A.Cascio – 8 Marzo Rules

Ho letto un bellissimo libro in lingua originale di un ignoto autore francese: “Il sesso e l’amore al tempo del comunismo”. Non credo nelle buone intenzioni del comunismo. I comunisti professavano la ripartizione in parti uguali della ricchezza, ciò lo considererei un encomiabile atto di altruismo se i primi a professare questi ideali non fossero stati poveri in canna. Nel sesso e l’amore invece … ci credo, certo.
Ah, l’amore, l’amore, l’amore. L’amore pensato, scritto, calcolato. Se sesso e cervello avessero un legame, la fica non sarebbe così lontana dalla testa. Il sesso per me è solo un’attività fisica, un magnifico sport per tutte le età, l’unico che se arrivi ultimo vinci. Lo farò per altri venti, venticinque anni al massimo, poi ingrasserò e diverrò inguardabile e felice. Mangiare dà piacere, defecare ne dà tanto, è per questo che i ciccioni ridono sempre.
A.Cascio – Abbronzarsi al sole della Sicilia

Se sai far ridere una donna puoi portarla fuori, se sai sedurla puoi portarla a letto, se sai farla piangere puoi portarla all’altare.
A.Cascio – Trenta regole del mondo

Amare un artista non è facile.
Ho visto donne eccitate sussurr … aspè, cazzo, questa l’ho già scritta.

Tango, il mio nuovo romanzo, fotografato in una libreria di Pisa. Fumettando Comicshop Piazza Chiara Gambacorti, 9 (Ossia Piazza della Pera)

Tango, fotografato in una libreria di Follonica. Libreria L’indice, Via Bicocchi 64

E’ da quelli che hanno fumato per vent’anni e ti danno del coglione perché fumi, da quelli che hanno bevuto per vent’anni e ti danno del coglione perché bevi, da quelli che hanno tradito per vent’anni e ti danno del coglione perché corteggi, da quelli che hanno appreso dalla vita ma non hanno mai imparato ad insegnare
che mi guardo bene e spesso mi allontano, perché il giudizio ha in sé quell’amarezza di chi non è convinto dei suoi passi e c’ha l’amaro del peccato in bocca e in fondo in fondo vuole risgarrare.
A.Cascio – Da: Tango

Se vuoi rimanere per sempre nel cuore di qualcuno, regalagli un sogno o regalagli un trauma.
A.Cascio – Tango

Isaac Newton scoprì la gravità osservando una mela cadere.
Recatosi da un mezzadro vicino, vide un contadino a lavoro durante la raccolta.
“Si fermi” gridò all’uomo accintosi a cogliere il frutto. Si chinò su di esso e osservò: “E’ alquanto strano, non trova?”
“Cosa?” chiese il contadino.
“Che questa mela non sia andata su una volta staccatasi dal ramo”
“Succede anche con le arance, sa?”
Ma lo scienziato si adirò alquanto.
“Non dica schiocchezze, terrone” disse, “lei faccia il manovale che la scienza è per nobili e colti”.
Passò la notte insonne osservando quel frutto che tanto gli aveva sconvolto la vita.
“Vai a letto, caro, è quasi mattino”.
“Moglie” rispose alla santa donna che gli stava accanto: “Non troverò pace fin quando non scoprirò quale diavoleria di madre terra si cela dietro a questa misteriosa forza”.
“Di che parli?”
“Di queste mele che cadono in terra come muli assetati. Perchè insomma, un aquilone vola e questa invece va giù?”
“Perchè l’aquilone è più leggero del vento che lo spinge e che con la sua forza ne contrasta la caduta”.
“Taci vecchia sguattera senza padrone, che la scienza è per nobili e colti, non per trasandate lavapiatti”, ma si pentì da subito della sua ira.
“Devo solo dormire” continuò, “devo solo dormire”.
Newton aveva sempre sognato un mondo in cui le mele volassero, così anche i cacciatori vegetariani avrebbero potuto godere del loro hobby pienamente, ma purtroppo per loro, solo gli uccelli potevano fluttuare nel cielo.
Ripose la mela sulla mano del padre che con suo stupore rimase all’impiedi.
“Perchè non sei andato giù, dannato sia il diavolo e tutte le sue ninfe?!”
“Perchè io sono più pesante di essa” rispose il poveruomo.
“Ah, non ti ci mettere anche tu vecchio storpio morente, che la scienza è per nobili e colti, non per decadenti mentecatti senza futuro alcuno”.
Non chiese perdono, non per pigrizia d’animo, ma perchè assorto dal suo pensiero: “E se ci fosse una forza nel nocciolo che attrae il pianeta ad essa? Forse non è lei che va giù, ma noi che andiamo su!”
Ma come non averci pensato prima? Era semplice come il Sole, c’è un’energia potente come il mare in tempesta e invisibile come le correnti che ci attrae verso ogni mela che si stacca da un ramo.
Si voltò, guardò un cacciatore sparare a un passero che messo a segno il colpo gli sorrise.
Ma Newton non ricambiò la cortesia e si avvicinò all’uccello senza vita appena schiantatosi al suolo.
“Che altra diavoleria è questa?” chiese, ma lo chiese a se stesso.
“Di cosa parla?”
“L’uccello. Prima era su e adesso invece …”
“E’ caduto perchè è morto, cosa ci trova di tanto diabolico?”
“Taccia assassino d’anatre e cornacchie, si misuri in forza e intelligenza con esseri inferiori come fa sempre” urlò di rabbia Newton, “che la scienza è per nobili e colti”.
Ma il cacciatore, senza nè scuola, nè saggezza, nè pazienza, offeso da tanta impudenza caricò il fucile e sparò un colpo in petto allo scienziato che si piegò e tramortito cascò e fece un tonfo sordo nonostante non fosse una mela.
“Cristo santissimo” bestemmiò Newton guardando la terra dal basso verso l’alto: “Che opera malefica è questa?”
“Non preoccuparti” rispose il cacciatore, “tra pochi minuti volerai anche tu contro ogni forza e ogni logica”.
Ma a noi non c’è dato sapere la verità perchè mai nessuno è tornato per rivelarla e così per l’eternità, osserveremo con stupore e mistero, le mele cadere e gli aquiloni volteggiare tra le nuvole.

A.Cascio – La vera storia di Isaac Newton

Fine

 

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