Anita

On 28/08/2012 by alecascio

Catarina, osservo il futuro ridacchiare con le braghe calate e la bocca bavosa, dietro di me invece, il mio passato sta fumandosi una Marlboro con gli occhi socchiusi e il viso soddisfatto. Tremo immerso nelle sue scie di fumo come una verginella appena scopata dalla vita che ha compreso quanto doloroso sia il piacere quando non sei amato abbastanza. Pretendere di migliorare invecchiando è come riempire una caraffa vuota e aspettarsi che pesi la metà. Catarina, l’esperienza è piena di sassi e impurità, ti priva dei sogni che non hanno sostanza, che sono aria e come l’aria ti soffiano su per le ascelle e ti alzano un po’, non tanto per volare, ma abbastanza per lasciarti camminare in punta di piedi. Io, come tutta la gente triste, gli ubriaconi e gli emarginati, cammino a viso chino ma non per codardia, non per timidezza, ma perchè io alla gente guardo i piedi e se trovo qualcuno sulle punte chiedo “portami con te, dovunque tu vada portami con te” e lo afferro come posso. Non voleranno mai con la zavorra ai polsi, lo so, per questo spesso li lascio andar via, ma quell’istante assieme mi convince di averci provato almeno, così posso tornare al bancone e riempirmi un bicchiere, che il whisky mi piace con un dito d’acqua, uno sputo di arancia e una spruzzata di coscienza pulita.

A.Cascio – Anita, Da: Tutta la maledetta verità su Escobar

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