La vera storia del Dio bastardo

On 07/12/2016 by alecascio

Dio aveva creato l’uomo e un mucchio di altre cose e s’era concesso un riposo e una passeggiata nell’Eden.
“Adamo, puoi prendere tutto ciò che vuoi, ma mai le mele di quell’albero”.
“Figurati, Signore, ce ne sono a migliaia di alberi qui”.
“Bene, perché io ci tengo alle mele di quell’albero”.
“Ho capito, non c’è bisogno di continuare a ripeterlo, non toccherò le mele di quell’albero”.
“Bene, perché mi adirerò come non mi sono mai adirato se ne mangerai solo una”.
Adamo lo guardò stranito: “Ho capito, ti ripeto che ho capito, chiudiamola qui”.
Così per giorni Dio se ne stette seduto sulla sua nuvola a non fare nulla, come al solito.
“Cosa c’è?” chiese il serpente, “mi sembri giù di morale”.
“E’ per via di Adamo, gli ho detto di non mangiare le mele dell’albero prediletto”
“E lui le ha mangiate?”
“No, non ci si avvicina neanche”.
“E’ un ragazzo per bene, dovresti essere contento”
“Tu non capisci, avevo un sacco di piani per l’umanità, diluvi, fiamme, incesti, crocifissioni, apocalissi, ma non posso far nulla se non mangia quella maledetta mela”.
“Forse hai sbagliato a puntare tutto su una mela, nessuno è così dipendente dalle mele da violare un comandamento per mangiarla. Diciamo la verità, non sono neanche questo granchè, potevi puntare sulla Marijuana, sull’oppio, sul cacao forse, ma tutti possono fare a meno delle mele. Eva, per esempio, guarda che schianto di donna, potevi dirgli di non scoparla, sfido chiunque a dormire accanto a una donna completamente nuda e resistere. Non ha senso la mela, è la più grande cazzata che …”
“Ho capito” disse Dio, “non c’è bisogno di calcare la mano. Io amo le mele, pensavo che anche lui le apprezzasse quanto me, sai che le mele sono una fonte di potassio essenziale, contengono Vitamina A, rallentano l’invecchiamento”
“Cosa vuoi che gliene freghi a uno che è stato creato immortale. Lo hai detto tu che vivrà per l’eternità nel giardino dell’Eden, non invecchierà mai”.
“Cosa dici di fare, allora?”
“Togligli qualcosa che lui ama davvero”
“Le prugne?”
“Cristo santo!”
“Chi?”
“Niente, lascia perdere, dico: che diavolo di gusti hai in fatto di frutta? Scordati la frutta, cambia campo, a nessuno piacciono le prugne”.
I due confabularono per un po’, poi Dio si presentò al cospetto di Adamo e lo ammonì:
“C’è un’altra cosa che devo dirti di non fare, figlio mio”.
“Dimmi pure” rispose Adamo.
“Vedi quella cicoria? Tutto puoi mangiare, ma quella cicoria è il …”
“Io non sapevo neanche che si mangiasse, pensavo fosse erbaccia”.
“Guarda che bollita e saltata in padella con aglio e prezzemolo è la fine del mondo”.
“Non mi è mai venuto in mente neanche di usarla come materasso per prendere il sole, è pessima anche per stendersi”.
“Il datteri, non devi mangiare i datteri”
“Ma io non voglio mangiare i datteri, quelli li mangiano i sorci e i maiali”
“Insomma” urlò Dio, “ci sarà qualcosa che ti piace”.
“Le ciliegie”
“Non puoi mangiarle”
“Le fragole?”
“Non puoi mangiarle”.
“Allora dimmi tu cosa posso mangiare”.
“Il melone”
“Bene, mangerò il melone allora”.
“Davvero ti piace il melone? Ma è viscido, sa di acqua zuccherata”.
“Adoro il melone”.
“Mi spiace, non puoi mangiarlo”.
“Ho come l’impressione che io non ti stia tanto simpatico, vero?”
“Cosa te lo fa pensare”
“Mi stai praticamente dicendo di digiunare per chissà quale motivo e hai creato una donna togliendomi una costola quando sai benissimo anche tu che puoi ricavare esseri umani dal fango. Mi stai addosso, non ho capito dove vuoi arrivare”.
“Puoi mangiare la cicoria e i datteri”.
“Vedi, ti avevo detto che li odio io i datteri e poi non mi avevi avvertito che se avessi mangiato la cicoria avresti scatenato su di me la tua ira?”
“Sono quasi certo di aver detto radicchio, non ho mai parlato di cicoria”.
“E’ uguale, che differenza fa, mi hai messo in mezzo a un mercato di frutta e verdure per poi dirmi di non mangiarle. Che senso ha tutto questo? Mangerò i finocchi”
“No, quelli no”.
“Le barbabietole, vanno bene le barbabietole?”
“Sono molto geloso delle mie barbabietole”.
“Sai cosa ti dico, io faccio le valigie e vado via. Eva, si parte, non voglio stare qui un minuto di più”.
Dio si fece luminoso e urlò: “Hai tu mangiato il frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato di non mangiare?”
“Certo che no” rispose Adamo, “lo hai visto anche tu”.
“Il suolo sarà maledetto per causa tua; Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi;”
“Quindi l’erba posso mangiarla”
“Ti piace l’erba?”
“Certo che no, ero ironico”
“Allora mangerai erba, datteri e cicoria”.
“Andiamo via” disse Adamo alla sua Eva ma Iddio lo seguì cantando la sua condanna: “Via da questo luogo sacro, io ti maledico e ti esilio per l’eternità”
“Sono io che ho deciso di andarmene, sono io che…”
“Tu donna, partorirai con dolore…”
Adamo sbattè violentemente il cancello dietro di sé e lasciò Dio a farfugliare condanne.
“Aspettate” urlò Dio, “devo maledire anche i vostri figli e i figli dei figli”.
Ma Adamo continuò per la sua strada.
Si avvicinò in quel frangente il serpente. Disse:
“Non credo che questa storia possa funzionare. Il libro intendo, non credo che questo possa andar bene come prologo, non ci fai una bella figura”.
“Non ho mai detto che debba essere autobiografico. Potremmo usare un po’ d’inventiva”.
I due si accovacciarono e Dio si fece piccolo come il serpente.
“Un po’ mi spiace” disse Dio, “manderò loro un po’ di manna dal cielo e … tieni, porta loro questa mela per farmi perdonare”.
“E’ un gesto carino da parte tua” disse il serpente, “sei sicuro di non volere che ritornino?”
“Forse con la mela si convinceranno”.
Il serpente fece come Dio gli ordinò ed Eva fu tanto colpita dal gesto che portò ad Adamo la mela e gli sorrise:
“E’ un dono di Dio per riappacificare, amore”.
“Io odio le mele, lo sa anche lui, gliel’ho ripetuto mille volte, mangiala tu”.
“Ma si offenderà, dai almeno un morso per farlo contento”.
Anche il serpente si unì alla donna: “Dovresti ascoltare la tua amata, un gesto d’amore va accettato”.
Così Adamo cedette.
Il cielo si aprì, tuoni e fulmini piovvero fitti sul deserto.
“Ah-Ah” esclamò Dio, “beccati. E tu serpente, da te non me lo sarei mai aspettato.”
E questo è quello che accadde davvero e che nessuno vi racconterà mai, il seguito lo conoscete tutti. Dio vendette miliardi di copie e diventò uno dei più famosi scrittori della storia, almeno fin quando al figlio, che chiamò per qualche oscura rimembranza “Cristo” non venne in mente di scrivere una collana di libri con gli amici.
Fu lì che Dio, geloso, si ripresentò.
“Figlio mio” disse, “domani andrai tra i romani e dirai di essere il loro Signore”.
“Perché mai” chiese Cristo, “sarebbe come andare a un corteo di naziskin e pisciare sulla svastica”.
Non fu l’unico concorrente ad essere eliminato senza ritegno, in seguito molti altri perirono, Maometto venne perseguitato e David Foster Wallace fu trovato impiccato in miteriose circostanze.
Perciò spero che questo racconto non venga mai letto, solo perciò ho deciso di postarlo qui, dove nessuno potrà mai notarlo e diffonderlo.

AC – La vera storia del Dio bastardo
Zeus god or jupiter with apple. Mythology, ancient Greece, magic

 

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