Fisting

On 27/11/2020 by alecascio
A Londra si dormiva in questo ostello decadente gestito da una vecchia signora avara e dal marito ombroso che non parlava mai e quando diceva una parola di solito era un’offesa rivolta a qualcuno. La signora risparmiava su tutto, anche sulla cartaigienica e noi dovevamo comprarcela da soli. Veniva a spegnerci le abat-jour di soppiatto e si vantava di essere l’anima di quel posto, di fare tutto lei perchè il marito era un incapace. Di solito alla sera scompariva dai gradini che portavano al suo appartamento nel seminterrato.
In quella stanza eravamo in tre, io, una splendida bionda curvy tatuata bene e un altro tizio che si era intromesso prendendo un letto e sistemandosi come se quella fosse casa sua. Con tutta probabilità era arrivato in città per insegnare la sua filosofia di vita, pareva uno di quelli che vuole mostrarsi dominante fino a quando dopo quindici minuti non lo mandi a fanculo e allora torna cerbiatto.
Lei mi chiama mentre sono di spalle e mi dice di guardarla. La sento ansimare e capisco che è arrivata l’ora di accoppiarmi, magari anche per un mesetto perchè la sua compagnia non mi dispiace e insieme ci divertiamo parecchio in giro. Si sveglia il terzo incomodo e si siede a guardare la scena di lei nuda che infila le dita nella sua fica stretta, poi guarda me e mi fa un sorriso, come se avessero appena aperto le giostre dopo lunghe ore di attesa. Non faccio sesso a tre, non sono contro il sesso estremo ma l’idea che il mio cazzo possa sfiorare quello di un altro uomo mi dà il voltastomaco e poi considero ancora il sesso come una comunicazione bilaterale, profonda e con un po’ d’amore nel mezzo.
Le chiede se conosca il fisting come se lo avesse scoperto lui insieme a un’équipe di scienziati del CERN e lei, che a Londra era arrivata per fare follie, si fa infinocchiare rispondendo di sì, che ha anche dei dildo in valigia ma che ha paura di farsi male.
“Non preoccuparti” risponde l’imbecille, “io sono navigato, sono uno specialista”.
Lei è visibilmente attratta dalla cosa ma anche preoccupata e io rimango seminudo a osservare la scena cercando di capire che ruolo debba avere all’interno della truppa. Mi allontano e ritorno di spalle a leggere Hermann Hesse anche se quel Siddharta non mi sta illuminando per niente, è un libro breve ma lo leggo come se fosse un macigno. Sento dei gemiti, dei “no, non così” poi dei “lascia fare, all’inizio fa male ma poi ti piace” e percepisco la sofferenza di lei che finalmente s’impone con un: “Adesso basta, sono venuta, grazie”.
Io sono cosciente che la mia storia d’amore sia finita ancor prima di iniziare. L’imbecille se ne torna a letto con quel suo sorriso ebete di chi ha fatto qualcosa di sensazionale da raccontare agli amici. Lei nella storia sarà la puttana, io probabilmente neanche sarò nominato.
Così, tra pagina “non lo so” e una frase illuminante del buon Hermann che andrebbe bene se vivessimo nelle montagne con le capre, le sussurro: “Lo vuoi un consiglio? La prossima volta cogli l’attimo”.
Glielo dico perchè tra me e lei la cosa si stava facendo abbastanza erotica senza per forza dover lasciare che uno sconosciuto le macellasse la fica con le mani.
Mi volto, lei è nuda e osserva il soffitto. Si copre con un lenzuolo.
“Hai ragione” risponde, “scusa”.
Dopo dieci minuti entra la vecchia e ci chiede dove abbiamo preso le nostre bottiglie d’acqua.
“Dall’acquaiolo” le rispondo o almeno penso, perchè le dico qualcosa come “waterseller” che probabilmente in inglese manco esiste.
Si lamenta, ci dice che non abbiamo motivo di comprarla da qualcun altro perchè lei ha i distributori.
“Che li ho presi a fare” si lamenta, “se poi comprate l’acqua da un’altra parte”.
Le farei notare che per il costo di una sua bottiglietta noi ci compriamo l’intero Tevere depurato ma non voglio urtarla più di quanto l’ha urtata l’esistenza così le rispondo che non lo sapevo, mi dico meravigliato che quei grossi aggeggi con su scritto “distributore” fossero dei distributori.
Torno a leggere, al mio potenziale amore interrotto dal porno non rivolgo più la parola ed Hermann Hesse mi dice di pensare cose che se sapesse dove sto e come sto lo farebbe con meno impeto, probabilmente mi consiglierebbe di leggere altro, Allen Ginsberg per esempio, cosa che poi iniziai a fare anche senza il suo consenso.
mani_screpolate_e_secche_cause_242

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