WC Trading – Alla testa del mondo

On 03/03/2021 by alecascio

Il suo ufficio era un piccolo museo d’arte al settantottesimo piano della torre nord che nessuno, eccetto pochi eletti, avrebbe mai visitato. Non avevo idea di chi fossero gli altri pittori ma a giudicare dal Basquiat esposto in penombra, tutto lì dentro doveva avere un valore.
“Duecentosei, si accomodi pure” mi disse, “la stavo aspettando”.
“Io mi chiamo…”
“Non importa come si chiama, il nome lo lasci fuori da quella porta, è un convenevole per amici e parenti, qui noi preferiamo la matematica ai santi”.
Mi era stato consigliato di non fare troppe domande, ma credo che se ne aspettasse un paio, altrimenti non avrebbe iniziato il discorso con tutta quella teatralità.
“Posso chiederle come mai?”
Lui aveva già la risposta pronta, era palese la sua voglia di darmela quanto prima.
“Nessuno nasce Cornelius per diventare Lorenzo, nessuno nasce Jhon nella speranza di diventare un bel giorno Jack o Bill. Appena nati siamo l’ultimo numero sulla terra e scalciamo tutta una vita per diventare numeri uno. Le sarà d’aiuto, lei parte avvantaggiato, è una bella cifra la sua”.
Mi ero laureato ad Oxford con lode e dopo un solo mese avevo ricevuto proposte dalle migliori agenzie di trading di tutto il mondo per la mia equazione di average e range che aveva perfezionato quella di Julius Steiner sottraendogli un margine di errore del 3%.
Per voi forse questo non vuol dire nulla, ma per loro voleva dire milioni di dollari, yen, euro, sterlne e qualunque mercato avrebbero provato a far crollare per averne un tornaconto.
“Prenda un tè, duecentosei, questo bollitore è l’invenzione del secolo, dieci secondi soltanto e puoi avere una bevanda calda sulla tua scrivania”.
“Ne ho già presi due mentre aspettavo”.
“Scommetto che adesso dovrà correre al bagno”.
“Posso aspettare”.
Si alzò dalla poltrona e m’invitò a fare lo stesso.
“Perchè aspettare. Sono io che ho proposto alla segretaria di farla bere tanto per regalarle un’esperienza indimenticabile che le aprirà la mente”.
Sospettai che avessero sciolto qualcosa nella bevanda ma lui mi lesse nel pensiero e mi rassicurò: “Non si preoccupi, era solo valeriana e biancospino”.
Aprì le tende e mi mostro un insolito balconcino. Poi spalancò le ante e m’invitò a guardare il panorama con lui. Lo seguii.
“Guardi quanta gente su quei marciapiedi, la maggior parte di loro andrà in Paradiso, a noi non resta che vivere la nostra vita alla grande prima dell’Inferno, non è così?”
Non risposi, era una domanda trabocchetto, nessun matematico che si rispetti crede in qualcosa che non abbia una base scientifica.
Si sbottonò la patta e infilò il suo uccello nella fessura apposita. Ora comprendevo l’utilità delle salviette e del lavabo.
“Non si preoccupi, non ci vede nessuno, sono vetri a specchio questi. Non ho altri bagni in ufficio oltre questo e se non la farà la tratterrò talmente a lungo che dovrà scegliere tra rifiutare il lavoro o farsela a dosso”.
La mia vescica era piena e lui iniziò con un “pssss, pssss” come fosse un bambino di dieci anni.
“Non era solo valeriana e biancospino, è così?”
“Ha indovinato, ma niente di deleterio per la sua salute, non tema”.
Mi calai le braghe velocemente e finalmente mi liberai di quel fiume in piena.
“Vede, duecentosei, questo è ciò che facciamo tutti i santi giorni in questo posto, pisciamo in testa alla gente e se lei non è pronto a farlo, allora le consiglio vivamente di andarsene altrove” disse.
Sul lontano marciapiede la gente percepiva appena una pioggerellina, qualcuno avrebbe pensato a uno schizzo d’acqua trasportato dal vento, altri non ci avrebbero neanche fatto caso presi com’erano dal loro tran tran. Mi aveva portato a farlo con l’inganno, ma sapevo che d’ora in poi avrebbe dovuto essere una mia premura, assicurarmi che ogni giorno il resto della popolazione avesse la sua razione di piscio.
“Non è odio” disse Otto, così almeno mi chiese di chiamarlo, “io credo in loro più di quanto loro credano in se stessi. Tutti laggiù potrebbero cambiare il mondo, basterebbe volerlo. Biologia, medicina, ingegneria, arte, ha visto le stesso quanto io ami l’arte. Invece hanno scelto la loro misera vita per amore dell’ozio. Un paio di birre con gli amici per loro era una scelta migliore che passare la giornata sui libri, che costruire qualcosa di concreto come ha fatto lei. La TV, le discoteche, i giri in centro, hanno preferito farsi pisciare in testa che sforzarsi di rendere questo mondo migliore.”
Lo scrollò, io feci lo stesso, mi passò le salviette e dopo esserci ripuliti rientrammo.
“Io credo nel potenziale di ogni essere umano. Non ci sono stupidi e geni, solo oziosi e volenterosi.”
“Per questo la vostra azienda punta al ribasso? In cosa migliorereste il mondo?”
Mi sorrise, non ero il primo a criticarli e non sarei stato l’ultimo, ma era talmente pronto che quasi mi sentii il miliardesimo idiota del pianeta.
“Palesiamo la verità a chi è troppo miope per vederla. Nel mondo ci sono più fallimenti che successi, così puntiamo sul fallimento di un’azienda o di un’intera nazione perchè non abbiamo alcuna necessità di negare la realtà, cosa invece comune alla gente là fuori. Per questo non c’è un numero più basso di un trecento, tra noi.”
Di colpo sembrò piovere. Si alzò e chiuse le tende. Poi scosse la testa.
“Ci sono sette anziani sopra di me e tutti con una prostata sfavillante” disse, “ma lei non si preoccupi, esca pure dal portone principale, non ho intenzione di annaffiarla, almeno per ora”.
“Crede che sia talmente meritevole con così poca pratica?” chiesi.
“No” rispose, “è solo che ho appena pisciato”.

AC – WC Trading

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